Viaggiare in Europa per il bodybuilding
Intervistatore di garebodybuilding.it è Matteo Picchi
Ospiti dell’episodio: Alexandra Cadar e Vincenzo Quatela
GBB TALK LIVE 01
Alexandra Cadar
Vincenzo Quatela
Intervistatore per garebodybuilding.it:
Matteo Picchi
Ospite di GBB Talk:
Alexandra Cadar
Vincenzo Quatela
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ALCUNI RITAGLI CHE ABBIAMO SCELTO:
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Matteo Picchi: Buonasera Vincenzo e Alexandra, benvenuti. Comincerei dal chiedervi come vi siete avvicinati al mondo del bodybuilding e delle gare.
Vincenzo Quatela: Ci siamo conosciuti in università, aprendo un pacco di gallette! La passione comune per il fitness ci ha fatto legare sempre di più. Io ho fatto la mia prima gara nel 2018, e Alexandra si è subito appassionata.
Alexandra Cadar: Esatto, dopo aver visto Vincenzo gareggiare, ho deciso di provare anch’io. La mia prima gara è stata nel 2019, nella categoria Figure. Inizialmente non sapevamo bene come muoverci, ma anno dopo anno abbiamo imparato e migliorato.
Matteo Picchi: Quali sono state le maggiori difficoltà nel conciliare preparazione e vita privata?
Vincenzo Quatela: Non è stato sempre facile. Io sono il coach di Alexandra, e all’inizio lei faceva fatica ad accettare certe rinunce. Ho dovuto farle capire che in sala sono il suo coach, non il suo ragazzo. Da lì ha sempre seguito alla perfezione.
Alexandra Cadar: Ricordo ancora quando, ormai sfinita dalla fame, gli chiesi di mangiare un po’ di finocchi in più. Mi disse di no, e quel no è stato categorico. Ma aveva ragione lui, era una questione di principio.
Matteo Picchi: Come avete scelto le categorie in cui gareggiare?
Vincenzo Quatela: Io ho sempre ammirato i Men’s Physique come Jeremy Buendia. Ho deciso di puntare su quella categoria, affidandomi ai consigli del mio primo coach.
Alexandra Cadar: Nel mio caso, avendo gambe muscolose, mi hanno subito indirizzata verso la categoria Figure. Ma col tempo ho capito che la categoria Bikini mi avrebbe valorizzata di più.
Matteo Picchi: Quali sono state le tappe più importanti del vostro percorso agonistico fino ad oggi?
Alexandra Cadar: Dopo un 2019 di alti e bassi, e la pausa forzata per il covid nel 2020, il 2021 è stato l’anno della svolta. Io e Vincenzo abbiamo deciso di prepararci seriamente, e di puntare sulle gare internazionali.
Vincenzo Quatela: Abbiamo gareggiato in diverse federazioni, sia in Italia che all’estero. Io nel 2022 ho vinto la pro card, un traguardo che mi ripaga di tanti sacrifici. Ma sono grato anche delle sconfitte, perché mi hanno sempre stimolato a migliorare.
Matteo Picchi: A proposito di sconfitte, come si gestisce la delusione di un piazzamento che non rispecchia le proprie aspettative?
Alexandra Cadar: Non è mai facile. Soprattutto all’inizio ci rimanevo male, mi sembrava di aver lavorato invano. Ma Vincenzo mi ha insegnato a metabolizzare il risultato, ad aspettare i feedback dei giudici, a capire su cosa lavorare. Col tempo ho imparato a vedere ogni gara come una sfida con me stessa, per portare un fisico sempre migliore.
Matteo Picchi: E il riscontro del pubblico e dei familiari? È stato facile far accettare la vostra scelta di gareggiare?
Vincenzo Quatela: Per me all’inizio è stato difficile. In famiglia c’erano tanti pregiudizi, soprattutto legati al tema del doping. Ho dovuto spiegare che avrei seguito un percorso totalmente natural. Col tempo, vedendo la mia dedizione e i risultati, mi hanno capito e sostenuto.
Alexandra Cadar: Anche per i miei non è stato semplice accettare le mie scelte. Non capivano a fondo la mia passione, e mi dicevano che stavo spendendo troppi soldi in qualcosa che non mi avrebbe dato nulla. Per le prime gare ho dovuto pagare tutto da sola. Poi piano piano si sono ricreduti, e ora sono i miei primi tifosi.
Matteo Picchi: Parliamo di gare internazionali: che differenze avete riscontrato rispetto alle gare italiane?
Vincenzo Quatela: La prima volta può spaventare, perché non sai bene come muoverti in un contesto nuovo. Ma è solo questione di organizzarsi al meglio: prenotare per tempo volo e alloggio, scegliere hotel con cucina se possibile, informarsi su supermercati e palestre in zona.
Alexandra Cadar: All’estero in genere trovi un’organizzazione più efficiente e professionale rispetto all’Italia. Il clima in zona gara è molto più amichevole e rilassato, anche tra avversari. Si respira meno tensione, meno rivalità. E i tempi di gara sono quasi sempre rispettati.
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Matteo Picchi: Quali accorgimenti adottate per gestire al meglio una trasferta di gara?
Alexandra Cadar: Cerchiamo sempre di arrivare qualche giorno prima, per ambientarci e sistemare tutti i dettagli: spesa, pasti, ritmo sonno-veglia. Avere tutto organizzato ci aiuta a gestire l’ansia e lo stress pre-gara. Un’altra accortezza è gestire in autonomia tutto ciò che possiamo, come trucco, capelli, abbronzatura. I costi altrimenti lieviterebbero troppo.
Matteo Picchi: A proposito di costi, quanto incide la scelta del costume o del bikini?
Alexandra Cadar: Tantissimo, soprattutto per noi donne. Un bikini di buona fattura e ben decorato può costare diverse centinaia di euro. Bisogna considerarlo come un investimento, perché il costume valorizza tutta la figura. Ho imparato che non bisogna lesinare su questo aspetto.
Matteo Picchi: Torniamo un attimo al discorso del supporto degli altri. In quanti possono capire davvero le rinunce che comporta questo stile di vita?
Vincenzo Quatela: In pochi, soprattutto se non sono del settore. Molti vedono solo le restrizioni, le rinunce, e non capiscono le motivazioni profonde, la passione che ci spinge. Anche per questo io e Alexandra siamo una squadra così affiatata: sappiamo bene cosa significa questo percorso, e ci sosteniamo a vicenda.
Matteo Picchi: Come riuscite a trasmettere ai vostri atleti questa passione, questo mindset vincente?
Alexandra Cadar: Non è semplice, e dipende molto dalla persona che hai di fronte. Come coach, il nostro compito è far capire all’atleta che deve puntare prima di tutto a sentirsi a posto con se stesso. Se dai davvero il 100%, qualunque sarà il risultato, devi essere sereno.
Vincenzo Quatela: Esatto, noi puntiamo molto anche sull’aspetto mentale, non solo su quello fisico. Cerchiamo di creare un ambiente positivo e rilassato per i nostri atleti, di farli sentire parte di un team. Se affronti il percorso con il giusto spirito, i risultati arrivano di conseguenza.
Matteo Picchi: Quali sono gli atleti che vi ispirano di più, i vostri punti di riferimento?
Vincenzo Quatela: A livello di Men’s Physique, ammiro tantissimo Jeremy Buendia. In Italia atleti come Enrico Pittiruti o Davide Lanfranchi hanno un fisico pazzesco. Il mio sogno è riuscire, un giorno, a ispirare altri come loro ispirano me.
Alexandra Cadar: Io adoro una bikini russa, Daria Zolotova, che gareggia nell’IFBB Elite. Ha una bellezza eterea ma allo stesso tempo un fisico super tonico e proporzionato. Nell’olimpo delle pro, la mia preferita è Janet Layug, semplicemente perfetta.
Matteo Picchi: Qual è la lezione più grande che vi ha dato il bodybuilding finora?
Vincenzo Quatela: Sicuramente la costanza, la determinazione nel perseguire un obiettivo. E la capacità di visualizzarlo, di crederci sempre, anche quando il traguardo sembra lontano. Questo mi ha cambiato come persona, nel modo di affrontare ogni aspetto della vita.
Alexandra Cadar: A me il bodybuilding ha insegnato la pazienza. In questo sport nulla arriva per caso o in fretta. Ogni risultato è frutto di un lavoro meticoloso e costante. Quando raggiungi un obiettivo, sai che te lo sei sudato, e questo ti riempie di orgoglio.
Matteo Picchi: Un’ultima curiosità: avete un brano musicale che vi carica a mille prima di una gara?
Vincenzo Quatela: In realtà no, io prima di una gara non ascolto musica. Preferisco concentrarmi e visualizzare il mio obiettivo. Magari la sera prima metto su un po’ di musica classica, Beethoven mi rilassa. Ma il giorno della competizione, l’adrenalina è già a mille di suo!
Alexandra Cadar: Io invece ho un rito scaramantico. Prima di ogni gara, le ultime settimane, ascolto in loop “Delusioni” di Mostro. Non so perché, ma quelle barre mi danno una carica assurda. È come se mi ricordassero perché sto facendo tutta questa fatica.
Matteo Picchi: Grazie Vincenzo e Alexandra per questa chiacchierata a cuore aperto. La vostra storia dimostra che il bodybuilding è molto più di uno sport: è uno stile di vita, una scuola di disciplina e determinazione che può segnare nel profondo. In bocca al lupo per le vostre prossime sfide, noi di GareBodybuilding.it non vediamo l’ora di tifare per voi e di seguire i vostri progressi!
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Oltre alle esperienze e alle storie condivise dagli atleti, vogliamo fornire ai nostri lettori alcuni consigli pratici che possono fare la differenza nella preparazione e partecipazione alle gare di bodybuilding. Ecco cinque suggerimenti fondamentali per chiunque si stia avvicinando a questo mondo competitivo.
Questi consigli, combinati con la dedizione e la passione, possono aiutare ogni atleta a migliorare la propria preparazione e a raggiungere i propri obiettivi nelle competizioni di bodybuilding. Continuate a seguirci su garebodybuilding.it per altre interviste, consigli e storie di successo nel mondo del bodybuilding.