Una mamma (bikini) per amica

GBB TALK LIVE 22

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Maila Cordeschi

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Milena Marchini

Intervistatore per garebodybuilding.it:

Matteo Picchi

Ospite di GBB Talk:

Maila Cordeschi

Milena Marchini

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Il testo sopra riportato è un estratto sintetico della puntata pubblicata su Youtube che vi consigliamo di andar a vedere per approfondire ogni aspetto discusso con i nostri ospiti. Potete trovare la live anche in formato audio su Spotify!

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Benvenuti su garebodybuilding.it, il portale dedicato agli appassionati di bodybuilding agonistico. Oggi abbiamo il piacere di presentare un’intervista esclusiva con due atleti di spicco nel panorama del bodybuilding italiano: Valentina Tauro Massimo Renna. L’intervista è condotta da Matteo Picchi, un preparatore e atleta con anni di esperienza nel settore. In questa conversazione, esploreremo le sfide, le vittorie e le strategie che hanno caratterizzato il percorso agonistico.

Matteo Picchi: Buonasera a tutti e benvenuti a questa nuova puntata del nostro podcast. Oggi abbiamo con noi due ospiti molto speciali: Maila Cordeschi e Milena Marchini, non solo due atlete ma anche madre e figlia. Come state?

Maila Cordeschi e Milena Marchini: Tutto bene, grazie! Siamo nell’ultima settimana prima della prossima gara, quindi è un momento abbastanza intenso.

Matteo Picchi: Perfetto, siamo riusciti a prendervi in un momento ideale per estrapolare più informazioni possibili. Correggetemi se sbaglio, ma la vostra attività agonistica è iniziata più o meno in contemporanea nel 2018, giusto?

Milena Marchini: No, in realtà io ho iniziato molto prima, quando avevo circa 42 anni. Milena era ancora piccola. Poi piano piano, andando avanti, lei mi ha seguito e gli è piaciuto. Sono riuscita a trasmetterle la stessa passione che avevo io.

Maila Cordeschi: Sì, io ero piccola, circa 15 anni, quando ho iniziato ad andare a vedere le gare. Quindi ho iniziato proprio in parallelo con mamma.

Matteo Picchi: Capisco. Milena, come è nata la tua passione, prima per la palestra e poi per l’ambito competitivo?

Milena Marchini: A me è sempre piaciuto lo sport in generale. Quando vedevo i fisici palestrati in televisione, mi sono sempre piaciuti. Ho iniziato a fare sport anche a casa, all’inizio facevo esercizi a casa, poi a 30 anni ho iniziato ad andare in palestra. Intorno ai 40 anni ho iniziato a competere, senza pensare di poter arrivare a fare delle competizioni vere e proprie. Poi ho cominciato a vedere il mondo delle competizioni, le prime gare, e mi sono approcciata. La prima è stata più o meno una sfida.

Matteo Picchi: Fantastico. E la passione per la palestra c’era fin da prima. Hai avuto un input ulteriore per salire sul palco? Ci racconti qualcosa della tua prima competizione?

Milena Marchini: La mia prima gara è stata al palco dei Rimini Wellness nella NBFI. Non mi sono confrontata con un palco molto piccolo, effettivamente. Dovevo gareggiare sabato e domenica, ma ho fatto solo la prima gara e la domenica ho evitato di farla perché mi sono talmente vergognata… L’impatto con il palco non è molto semplice. Quindi il secondo giorno l’ho evitato. Poi l’anno dopo ho iniziato e ho continuato.

Matteo Picchi: Sì, la nostra è una disciplina un po’ particolare. Proporsi e farsi giudicare non è semplice.

Milena Marchini: Esatto, è più estetica. Magari è un lavoro che fai durante l’anno, ma poi è un giudizio estetico. Essere giudicati da un pubblico, da dei giudici, l’impatto non è semplice.

Matteo Picchi: Però l’hai superato alla grande, perché poi hai iniziato e non ti sei più fermata.

Milena Marchini: Sì, sì, mi è anche piaciuto. Io l’ho sempre vista come una competizione con me stessa. Riuscire a salire e vedermi in forma, anche se tutte le volte comunque non mi vedo mai in forma. Vedo sempre le altre meglio. Poi ho ottenuto dei risultati importanti, e quella è una soddisfazione.

Matteo Picchi: C’è stata una bella evoluzione, dall’impatto iniziale un po’ difficile fino al raggiungimento di una maturità che rappresenta il percorso di tutti. Si inizia per un motivo ad allenarsi, magari per piacere anche agli altri, poi alla fine si intraprende un percorso estremamente introspettivo e diventa una sfida con se stessi.

Milena Marchini: Sì, esatto. Non è solamente un discorso estetico.

Matteo Picchi: Maila, com’era avere una mamma culturista agli albori quando magari stavi cominciando anche tu a guardare tutto con un occhio più curioso? Come hai iniziato ad allenarti?

Maila Cordeschi: Io ho iniziato ad allenarmi perché ho visto mamma e i suoi risultati. Ho cambiato sport perché prima facevo danza. Poi per un periodo mi sono fermata e ho iniziato ad allenarmi a casa perché mi vergognavo di andare in palestra. Quindi ho iniziato con i circuitini a casa. Poi sono andata in palestra e a qualche gara di mamma. Mi piaceva talmente tanto che poi ho deciso di provare anch’io. Avevo più o meno 17 anni alla mia prima gara.

Matteo Picchi: La tua prima esperienza agonistica quando è stata?

Maila Cordeschi: A 17 anni nella federazione CIBB. È stata molto bella, era anche vicino come luogo. Era un palco non grande, quindi per la prima gara è stato un ottimo palco.

Matteo Picchi: Fantastico! E poi? Poi i chilometri li hai macinati?

Maila Cordeschi: All’inizio ne facevo poche. Da qualche anno, due o tre, faccio sia la stagione estiva che quella invernale e facciamo tante gare, anche perché le fa mamma. Mi piace stare insieme, affrontare la preparazione insieme. Ci spingiamo a vicenda e alla fine le facciamo sempre di più. In categorie diverse, però alla fine facciamo le stesse gare, le date sono le stesse.

Matteo Picchi: Perché al di là del palco, di quei 10 minuti di palco, poi c’è tutto ciò che viene prima, che è condiviso.

Maila Cordeschi: Il percorso è tutto dietro. Quei 10 minuti sono lo 0,1% di tutto. È la parte più patinata, perché poi è bello la musica, il costume, il colore. Adesso tutte le volte che andiamo in gara incontriamo persone o preparatori che conosciamo da anni, quindi è bello anche tutto il contesto dietro.

Matteo Picchi: Avete avuto modo di approcciarvi a diverse federazioni. Puoi raccontarci un po’ quali sono le differenze tra le varie federazioni per quanto riguarda la tua categoria, quindi la tua esperienza di palco?

Maila Cordeschi: Le federazioni più o meno sono simili, non è che ce n’è una migliore di altre. L’unica cosa che consiglio è che la bikini comunque è una donna e deve mantenere un aspetto femminile. In alcune federazioni prediligono la muscolarità, cosa che io non condivido assolutamente perché la donna deve rimanere donna. La bikini deve essere comunque femminile anche di faccia, oltre che di fisico.

Matteo Picchi: Certo, perché poi magari si spinge quella che è una categoria estetica, nata con determinati presupposti, in un’altra direzione.

Maila Cordeschi: Esatto, perché i canoni dovrebbero essere quelli stabiliti. Se la categoria è quella, è quella. Poi magari se hai un altro tipo di fisicità c’è un’altra categoria. Anche io nel mio piccolo ho assistito ogni anno ad una richiesta di una bikini un pochino diversa, sempre più muscolare. La bikini comunque deve rimanere tale. Una bella ragazza con i muscoli non si può estremizzare, perché sennò si va in categorie più hard.

Matteo Picchi: Ovviamente anche perché poi si spinge un’intera categoria verso un approccio alla preparazione che magari non è proprio conforme a quelli che sarebbero i canoni stessi della bikini. A tal proposito, avendo gareggiato in tante federazioni, prendendo come esempio la vostra esperienza al recentissimo mondiale, avete visto delle differenze tra quella che è stata la qualifica per il mondiale in Italia e poi quelli che sono stati invece i canoni lì?

Maila Cordeschi: All’estero ho visto che premiano più la muscolarità rispetto al resto. Infatti forse i giudici italiani cercano di preparare anche quelli esteri, quindi premiano quello. Questo non lo so, però come ho detto prima non sono assolutamente d’accordo.

Matteo Picchi: Come hai notato per quanto riguarda la tua categoria? Tu hai fatto un bikini over, giusto?

Maila Cordeschi: Sì, ho notato più muscolarità. Poi dipende anche dal momento, dalla federazione, perché poi anche di anno in anno le cose cambiano. Oltre che di gara in gara, cioè per quanto ci sia un canone, però dipende dai giudici, poi dipende da quale ragazza preferiscono, perché poi per quanto ci siano delle regole, va molto a soggettività.

Matteo Picchi: Milena, quali dovrebbero essere i canoni di una perfetta bikini? Ci descriveresti il tuo ideale di bikini? Quali requisiti fisici deve avere e che tipologia di fisico deve portare sul palco?

Milena Marchini: Io dico sempre che bikini ci si nasce, nel senso che ovviamente ci deve essere una struttura di base. Deve essere una bella ragazza, strutturata bene e senza inestetismi di ritenzione. Poi anche il discorso del posing è molto importante, il modo in cui ti muovi, come ti presenti e come metti in evidenza quello che sei. La bikini comunque deve essere un fisico atletico, una bella ragazza ovviamente pulita.

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Matteo Picchi: Hai sempre notato il giusto corrispettivo tra una buona presentazione e il giudizio espresso poi in gara?

Milena Marchini: Sì, ovviamente ci deve essere una base, quello è ovvio. Però mi è capitato di vedere persone belle che magari non sapevano posare, non riuscivano a mettere in evidenza quello che sono. È come un libro che può avere un contenuto bellissimo, però esteticamente non attira nessuno. Il discorso di presentarsi in una certa maniera, sfilare in una certa maniera, colpisce molto di più anche a parità di bellezza.

Matteo Picchi: Maila, di recente c’è stata questa vittoria importante ai mondiali. Come ti sei sentita dopo questa conquista? Hai provato qualcosa di particolare? Si è magari smosso in te un ulteriore input per il prossimo futuro?

Maila Cordeschi: A me, fondamentalmente quando gareggio sono soddisfatta, sono contenta. La cosa principale è che devo essere soddisfatta di me, devo guardarmi allo specchio e dire sì, ho ottenuto quello che volevo. Poi indipendentemente dal risultato, posso anche arrivare prima, è normale che se arrivo prima sono felicissima. Però se io mi vedo male e arrivo prima, per me quello non vale niente. Quest’anno ho ottenuto una buona forma, sono soddisfatta. Più che altro è una competizione che vedo con me stessa, non è che vado in competizione con altre.

Matteo Picchi: Milena, cosa hai provato? Hai avuto modo di confrontarti con atleti di nazionalità differenti e hai ottenuto anche un fantastico risultato.

Milena Marchini: Il Mondiale mi piace perché mi permette di confrontarmi con persone di altre nazionalità e quindi per me è un’emozione bellissima. Il piazzamento è stato buono, molto bene.

Matteo Picchi: Ti è arrivato un input per quello che è… Magari si è accesa anche in te la voglia di migliorare alcuni aspetti, alcune sfaccettature del tuo fisico. Su cosa ti stai concentrando?

Milena Marchini: Sì, quello ce l’ho sempre avuto. Sono molto autocritica, ma a prescindere dal risultato. Posso arrivare prima, quinta, sesta, a prescindere. Io vado sempre a guardare come ho posato, mi faccio sempre mille domande. Sono molto molto autocritica. Vedo sempre dove posso migliorare.

Matteo Picchi: Fantastico. Milena, come ti vedi in un prossimo futuro? Hai degli obiettivi ambiziosi sotto il punto di vista agonistico che ti piacerebbe raggiungere e conquistare?

Milena Marchini: È più un’ambizione di migliorare me stessa, andare sul palco con il mio miglior pacchetto, portare sempre la miglior versione di me. Poi le competizioni non vado mai a quella competizione migliore, vado sempre con un’ottica di portare il mio pacchetto migliore e decidere man mano poi le gare da fare.

Matteo Picchi: Beh, ti direi che questo è l’obiettivo più ambizioso, quello di migliorarsi costantemente. È anche, credo, il punto di vista da prendere come esempio quando ci si approccia all’agonismo. Perché vincere una competizione non sempre racconta tutto il percorso fatto, quelli che sono stati gli step di miglioramento che ci sono stati nel corso del tempo.

Ora vorrei fare qualche domanda di rito. Milena, c’è un atleta che più di altri ha ispirato il tuo percorso?

Milena Marchini: No, una in particolare no. Ho sempre guardato i fisici atletici, però non c’è una in particolare. L’ho sempre vissuta come se io dovessi migliorare e non arrivare alla fisicità di altre persone.

Matteo Picchi: Seconda domanda, cercando di riassumerla in una o due parole per poi argomentare il tutto, cosa ti ha insegnato il bodybuilding? Qual è la lezione più grande, la virtù più grande che hai coltivato attraverso il bodybuilding?

Milena Marchini: Che devi lavorare per poter migliorare te stesso. Questo è fondamentale, come anche il discorso dell’educazione a un figlio. È uno sport che comunque pone un obiettivo, visto che i giovani sono molto ciondolanti, non sanno cosa vogliono. Mentre avendo un obiettivo comunque è educativo e fa evitare molte cose che magari sono anche pericolose.

Matteo Picchi: Ultima domanda prima di passare a Maila, c’è un brano musicale che più di tutti ti ha accompagnato nei tuoi allenamenti più duri o nel backstage o in momenti particolari?

Milena Marchini: Non lo ricorderò mai. Molti hanno la loro canzone preferita perché hanno le cuffie. Noi no. In particolare no. La musica la sentiamo un po’ tutta.

Matteo Picchi: Passando a Maila, c’è un’atleta o una competitor che magari hai incontrato in qualche competizione e poi hai cominciato a seguire su Instagram, che in generale ti ha ispirato o ti ha portato a fare di più?

Maila Cordeschi: Ce ne sono tante, non lo saprei.. un esempio è Yana, Yana Smith. Sì, praticamente la seguo da molto tempo.

Matteo Picchi: Ok, va benissimo. E per quanto riguarda invece, termino con l’ultima domanda: una lezione importante, cosa ti ha trasmesso il bodybuilding? Qual è l’insegnamento più grande che ti ha dato?

Maila Cordeschi: Come ha detto Milena, che devo faticare per ottenere qualcosa. La meritocrazia. È molto bello il fatto che comunque se vuoi qualcosa devi impegnarti per raggiungerla. E lo sport dà questo. Il fatto che ti devi impegnare. Nel senso è una soddisfazione che comunque tu hai lavorato ed hai ottenuto, non ti è stato regalato. Perché poi le cose regalate non le apprezzi allo stesso modo. Non danno la stessa soddisfazione. Il fatto di vedere il corpo cambiare, di vedere i sacrifici, le cose che fai, è molto bello.

Matteo Picchi: Indubbiamente. E per quanto riguarda la gestione della vostra attività lavorativa insieme alla preparazione per le gare? È difficile conciliare il vostro rapporto familiare con il lavoro e la preparazione oppure è il vostro punto di forza?

Maila Cordeschi: Dipende come lo gestisci. Se metti tanto personale e tu supervisioni non è niente, se tu stai appresso comunque a tutti, pulisci, fai la contabilità, cioè dipende quanto deleghi. Se non deleghi nulla è pesante, se deleghi tutto e tu vai lì e supervisioni è semplice.

Milena Marchini: Sì, magari quando sei sotto stress non è facile, che magari ti chiedono tutte le varie cose come sempre. Però riusciamo a conciliare tutto, l’unica cosa è la stanchezza, perché se per esempio gli allenamenti me li concedo, magari prendo la coca cola zero, l’orzo, qualcos’altro perché non mi va di rinunciare alla vita sociale e per me non è giusto. Però senti la stanchezza della preparazione.

Matteo Picchi: Indubbiamente, c’è tanto impegno dietro. I vostri progetti futuri? Avete detto che gareggerete a breve, giusto?

Maila Cordeschi e Milena Marchini: Sì, a Latiano, il Grand Prix di Latiano. Siamo in partenza venerdì.

Matteo Picchi: Perfetto, quindi imminente. E sarà l’ultima competizione della stagione estiva per poi riprendere…

Maila Cordeschi: Sì, chiudiamo con questa. Poi riprendiamo a ottobre con l’NBFI, il campionato italiano.

Matteo Picchi: Il campionato italiano, quindi ci sarà in mezzo una bella estate di fuoco, però insomma ci si è fatta l’abitudine. Milena, secondo quella che è la tua esperienza che hai maturato nel corso del tempo e secondo le evidenze che magari noterai quotidianamente, dato che il vostro, per forza di cose, è un rapporto estremamente stretto, quali sono le differenze nella preparazione tra una master e invece un’atleta decisamente più giovane sotto il punto di vista degli allenamenti, dell’alimentazione e anche di quelli che sono poi alla fine i parametri richiesti nelle diverse categorie?

Milena Marchini: La differenza non è un discorso di età, quanto più è un discorso soggettivo, magari in base alla risposta fisica di una persona, in base alla struttura, a quello che devi migliorare, oppure se deve dimagrire o non dimagrire. Al livello di tiraggio è più soggettivo, non dipende dal fatto di essere più piccolo o più grande.

Matteo Picchi: Anche perché, ecco ne parlavamo anche nell’ultima live, c’è questa idea che magari molti hanno perché non sono all’interno del nostro settore, che questa sia una disciplina unicamente per giovani, quando alla fine le fisicità più impressionanti sono quelle che hanno passato sotto i ferri, sotto il ferro, sotto la ghisa, tanti anni, quindi hanno avuto molti modi di migliorare.

Milena Marchini: Beh sì, i muscoli hanno bisogno di tempo per crescere, quindi è normale che devono maturare nel tempo. Magari Maila, essendo più giovane, deve lavorare ancora nel tempo per arrivare a una costruzione più massosa di adesso. È normale che vai qualitativamente parlando, vai a migliorare delle parti che comunque rimangono più carenti, che essendo più carenti magari in deficit mettono più tempo per migliorare.

Matteo Picchi: Esatto, perché questa è una disciplina che premia chi nel corso del tempo è stato più costante.

Milena Marchini: Sì, perché calcoliamo che ho 53 anni, quindi magari è un discorso di costruzione piano piano, con il tempo. Poi magari mi sono messa a vedere, perché mentalmente mi ricordavo che la mia migliore forma ce l’avevo a 43-44 anni, se io vado a guardare le foto tra prima e adesso, insomma, io adesso ho 53 anni, c’è una differenza di 10 anni.

Matteo Picchi: E insomma, tante soddisfazioni anche nel mentre, perché poi alla fine tutto questo lavoro viene ripagato sia per quanto riguarda, come hai detto giustamente tu, la forma che continua a rispondere, perché c’è un rapporto tra il lavoro fatto e ciò che alla fine si ottiene.

In conclusione, vorrei ringraziarvi entrambe per la vostra disponibilità e per aver condiviso la vostra esperienza con noi. È stato davvero interessante ascoltare il vostro percorso nel bodybuilding, sia come atlete individuali che come madre e figlia che condividono questa passione. Vi auguro il meglio per le vostre prossime competizioni e per il vostro continuo miglioramento personale.

Il testo sopra riportato è un estratto sintetico della puntata pubblicata su Youtube che vi consigliamo di andar a vedere per approfondire ogni aspetto discusso con i nostri ospiti. Potete trovare la live anche in formato audio su Spotify!

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Oltre alle esperienze e alle storie condivise dagli atleti, vogliamo fornire ai nostri lettori alcuni consigli pratici  che possono fare la differenza nella preparazione e partecipazione alle gare di bodybuilding. Ecco cinque suggerimenti fondamentali per chiunque si stia avvicinando a questo mondo competitivo.

  1. Sviluppare una mentalità di miglioramento continuo: Concentratevi sul vostro percorso personale piuttosto che sulla competizione con gli altri. Come sottolineato da Milena, l’obiettivo dovrebbe essere portare sempre la miglior versione di sé sul palco. Analizzate criticamente le vostre prestazioni dopo ogni gara, identificando aree di miglioramento sia nel fisico che nella presentazione.
  2. Padroneggiare l’arte del posing: Il posing è fondamentale quanto l’allenamento fisico. Dedicate tempo regolarmente alla pratica, trattandolo come parte integrante della vostra routine di allenamento. Come evidenziato nell’intervista, una buona presentazione può fare la differenza anche tra atleti con fisici simili. Studiate i canoni della vostra categoria e lavorate per evidenziare al meglio i vostri punti di forza.
  3. Gestire lo stress e la fatica della preparazione: La preparazione per una gara è un processo lungo e faticoso, soprattutto quando si bilancia con lavoro e vita personale. Sviluppate strategie per gestire lo stress, come la meditazione o tecniche di respirazione. Pianificate momenti di recupero e, se possibile, delegate alcune responsabilità per ridurre il carico complessivo. Ricordate che la stanchezza è normale, ma non dovrebbe compromettere completamente la vostra qualità di vita.
  4. Mantenere una prospettiva equilibrata sulla categoria: Come discusso riguardo alla categoria bikini, è importante comprendere e rispettare i canoni della propria categoria senza cercare di forzare il proprio fisico in una direzione non naturale o salutare. Lavorate per migliorare il vostro fisico in modo coerente con i criteri della vostra categoria, ma sempre nel rispetto della vostra salute e del vostro benessere a lungo termine.
  5. Creare un sistema di supporto: Avere un buon sistema di supporto può fare una grande differenza. Se possibile, trovate un partner di allenamento o un mentore che possa condividere il percorso con voi, come nel caso di Maila e Milena. Questo può fornire motivazione, responsabilità e supporto emotivo durante i momenti difficili della preparazione. Inoltre, coinvolgete la vostra famiglia e gli amici, educandoli sul vostro sport per favorire la loro comprensione e il loro sostegno.

Questi consigli, combinati con la dedizione e la passione, possono aiutare ogni atleta a migliorare la propria preparazione e a raggiungere i propri obiettivi nelle competizioni di bodybuilding. Continuate a seguirci su garebodybuilding.it per altre interviste, consigli e storie di successo nel mondo del bodybuilding.