Superare sfide IMPOSSIBILI nel bodybuilding
Intervistatore di garebodybuilding.it è Matteo Picchi
Ospite dell’episodio: Francesco De Vito
GBB TALK LIVE 23
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Matteo Picchi: Benvenuti a questa intervista con Francesco De Vito, un atleta di bodybuilding con una storia davvero unica e inspirante. Francesco, iniziamo dal principio: raccontaci come ti sei avvicinato al mondo della palestra e dell’allenamento.
Francesco De Vito: Grazie Matteo per questa opportunità. Il mio approccio alla palestra è stato quasi casuale. Ho iniziato principalmente perché dovevo perdere qualche chilo. All’inizio, andavo con un amico solo 3 volte a settimana. Ricordo che ero molto riluttante all’idea di essere seguito da un personal trainer o di impegnarmi troppo. Volevo solo fare un’oretta di allenamento e basta. Ma è incredibile come le cose siano cambiate rapidamente.
Matteo Picchi: Quanto rapidamente?
Francesco De Vito: Nel giro di un mese, mi sono ritrovato ad andare in palestra 6 giorni su 7. Il mio amico aveva già mollato dopo poche settimane, ma io non riuscivo più a stare lontano dalla sala pesi. Era come se avessi scoperto una nuova dimensione di me stesso. Non c’era orario, non c’erano scuse: dovevo allenarmi, punto e basta.
Matteo Picchi: È interessante come una semplice routine possa trasformarsi in una passione così intensa. Quando hai iniziato a considerare l’idea di fare agonismo?
Francesco De Vito: La svolta è arrivata quando ho conosciuto te, Matteo. Mi ricordo ancora la tua prima gara a Perugia. All’inizio la vedevo come una cosa impossibile da raggiungere. Non avevo mai seguito una dieta o un’alimentazione corretta, mi allenavo da relativamente poco tempo. L’idea di salire su un palco sembrava un sogno irrealizzabile.
Matteo Picchi: Cosa ti ha fatto cambiare idea?
Francesco De Vito: È stato un processo graduale. Piano piano, giorno dopo giorno, la passione cresceva dentro di me. Vedevo i progressi nel mio corpo, sentivo la forza aumentare. Ma soprattutto, ho iniziato a capire che il bodybuilding non era solo una questione di muscoli. Era disciplina, dedizione, superamento dei propri limiti. E questo mi affascinava enormemente.
Matteo Picchi: La tua prima esperienza agonistica risale al 2016-2017. Che ricordi hai di quel periodo?
Francesco De Vito: È stato l’anno in cui ho sofferto di più, senza dubbio. Non ero abituato a seguire un’alimentazione così rigorosa. Ricordo che dopo qualche mese è subentrato un po’ di nervosismo e malessere. La fame era costante, il corpo chiedeva più cibo di quanto la dieta permettesse. Ci sono stati momenti in cui ho pensato di mollare tutto.
Matteo Picchi: Cosa ti ha fatto andare avanti?
Francesco De Vito: La determinazione, sicuramente. Ma anche il supporto del team, te compreso Matteo. Eravate sempre lì a incoraggiarmi, a ricordarmi perché avevo iniziato questo percorso. E poi, salire su quel palco… Beh, ha ripagato tutti gli sforzi. Le emozioni provate dietro le quinte e sul palco sono state incredibili, indescrivibili. In quel momento ho capito che ne valeva la pena.
Matteo Picchi: Nel corso degli anni, com’è cambiato il tuo approccio all’agonismo?
Francesco De Vito: Con l’esperienza si acquisisce maggiore consapevolezza. Seguire un regime alimentare corretto e allenarsi con costanza diventa la normalità. Il corpo si abitua, la mente si rafforza. Certo, è sempre impegnativo, ma si impara a gestire meglio la fatica e lo stress.
La chiave, secondo me, è viverlo con un pizzico di divertimento. Se diventa solo sacrificio e sofferenza, non è sostenibile a lungo termine. Bisogna trovare quel giusto equilibrio tra disciplina e piacere. Ora riesco a godermi molto di più il processo, non solo il risultato finale.
Matteo Picchi: Parliamo ora del tuo passato. Hai una storia medica particolare che ha segnato la tua infanzia e adolescenza. Ce ne vuoi parlare?
Francesco De Vito: Certo. Sono nato con una malattia chiamata acondroplasia, che porta alla mancanza di cartilagine di crescita. Questo causava arti più corti: tibie, peroni, femori e omeri. Da bambino non potevo fare molte attività fisiche che i miei coetanei davano per scontate. Ero anche piuttosto in sovrappeso, il che non aiutava.
Matteo Picchi: Come hai affrontato questa situazione?
Francesco De Vito: A 7 anni i miei genitori mi parlarono della possibilità di operazioni per allungare gli arti. Ricordo che ci pensai molto, anche se ero solo un bambino. A 10 anni presi la decisione di sottopormi al primo intervento. Fu una scelta difficile, ma sentivo che era la cosa giusta da fare per il mio futuro.
Matteo Picchi: Un percorso chirurgico molto lungo e complesso, immagino.
Francesco De Vito: Sì, è stato un processo durato anni. La prima operazione fu a tibia e perone. Utilizzarono dei fissatori esterni: gli arti venivano letteralmente rotti e poi allungati gradualmente. Ricordo il dolore intenso, le difficoltà nel camminare. Ogni giorno dovevo attivare i fissatori per allungare l’osso di pochi millimetri.
Matteo Picchi: Suona davvero doloroso.
Francesco De Vito: Lo era. Ma non era solo il dolore fisico. C’era anche la frustrazione di non potersi muovere liberamente, di dipendere dagli altri per le cose più semplici. Ricordo che facevo pochissimi passi al giorno con le stampelle, e vedevo gocce di sangue cadere sul pavimento perché i fissatori stracciavano la pelle.
Matteo Picchi: E dopo questa prima operazione?
Francesco De Vito: Ci furono interventi agli omeri e ai femori. Ogni operazione portava con sé nuove sfide e difficoltà. In totale ho recuperato circa 10 cm dai femori, 15-17 cm da tibia e perone, e una decina dagli omeri. È stato un processo lungo e faticoso, ma ha cambiato completamente la mia vita.
Matteo Picchi: Un’esperienza davvero impegnativa per un ragazzo così giovane. Come l’hai affrontata psicologicamente?
Francesco De Vito: La vedevo come una sfida, quasi come una gara. Ogni anno era un’opportunità per vedermi trasformato, più alto. Certo, ci sono stati momenti difficili, momenti di sconforto. Ma la determinazione e il supporto della famiglia sono stati fondamentali. E poi, vedere i risultati, sentirmi sempre più “normale”, era una motivazione enorme.
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Matteo Picchi: Questa esperienza ha influenzato il tuo approccio al bodybuilding?
Francesco De Vito: Sicuramente. Avendo vissuto cambiamenti fisici così importanti fin da bambino, per me la trasformazione del corpo è diventata la normalità. Il bodybuilding è stato un modo per continuare a mettermi alla prova, a trasformarmi ancora. Ma questa volta, ero io ad avere il controllo sul mio corpo, non i medici o la malattia.
Matteo Picchi: È una prospettiva molto interessante. Passiamo alle competizioni. Come hai scelto la tua prima federazione?
Francesco De Vito: La prima è stata la AINBB. All’epoca ero nuovo nel campo, quindi mi sarei buttato su qualsiasi federazione. Ho seguito le tue orme, Matteo, dopo aver visto la tua gara con il palco di Rimini. È stata un’esperienza bellissima, il palco era incredibile. Mi vengono i brividi solo a ripensarci.
Matteo Picchi: E per quanto riguarda la categoria?
Francesco De Vito: (ridendo) Beh, lì non c’è stata molta scelta! Con il mio peso, sono finito nella categoria meno 65 kg. Il mio peso gara oscilla tra i 47 e i 48 kg. C’è una bella differenza con gli altri atleti della categoria, che spesso arrivano a pesare 15 kg più di me.
Matteo Picchi: Una categoria molto leggera, effettivamente. Come affronti le fasi più dure della preparazione?
Francesco De Vito: I momenti difficili ci sono sempre, sia nella vita che durante una preparazione. Per superarli, devo ringraziare i miei amici e la mia famiglia. Il loro supporto è fondamentale. Cerco di distrarmi tenendomi sempre occupato, che sia con il lavoro o uscendo. Stare da soli in casa può far cadere più facilmente in tentazione.
Matteo Picchi: Hai sempre mantenuto una vita sociale attiva, nonostante l’impegno del bodybuilding.
Francesco De Vito: Sì, credo sia fondamentale. Se ci si chiude in se stessi, il bodybuilding rischia di diventare un’ossessione malsana. Bisogna mantenere un equilibrio, continuare ad essere socievoli e aperti al mondo esterno. Altrimenti si rischia di alienarsi, di perdere il contatto con la realtà.
Matteo Picchi: Come gestisci il rapporto con chi non fa parte del mondo del bodybuilding?
Francesco De Vito: Non è sempre facile. Chi non pratica sport a livello agonistico spesso fa fatica a capire cosa c’è dietro la preparazione di un atleta. Possono vederti come “strano” o asociale quando in realtà stai solo seguendo la tua routine. Ma con il tempo ho imparato a spiegare, a far capire che è una passione, non un’ossessione.
Matteo Picchi: Parliamo un po’ delle tue esperienze di gara. Oltre alla AINBB, hai gareggiato in altre federazioni?
Francesco De Vito: Sì, ho partecipato agli europei in Spagna nel 2018. Purtroppo non ricordo esattamente la federazione, ma ricordo bene l’esperienza. Fu una trasferta un po’ complicata, ci fu anche un’intossicazione alimentare che colpì molti di noi.
Matteo Picchi: Nonostante le difficoltà, riuscisti a classificarti bene, giusto?
Francesco De Vito: Sì, incredibilmente. Rientrai nella top 5, finendo quarto o quinto. Fu una grande soddisfazione, soprattutto considerando le circostanze.
Matteo Picchi: E l’anno scorso hai ottenuto un bel risultato nelle selezioni, se non sbaglio.
Francesco De Vito: Esatto. Ho vinto la mia categoria nelle selezioni, arrivando poi in finale al campionato italiano. È stata una grande emozione, soprattutto perché ho gareggiato insieme ai miei compagni di allenamento, Michele e Matteo.
Matteo Picchi: Come vivi la competizione? Ti senti in gara con gli altri atleti o più con te stesso?
Francesco De Vito: Principalmente con me stesso. Il mio obiettivo è sempre quello di migliorare rispetto alla mia ultima prestazione. Certo, il confronto con gli altri atleti c’è, ma cerco di non farmi ossessionare. Ogni fisico è diverso, ogni percorso è unico. L’importante è dare il massimo e portare sul palco la migliore versione di se stessi.
Matteo Picchi: Parlando di miglioramento, quali sono i tuoi punti di forza e quelli su cui invece stai lavorando?
Francesco De Vito: I miei punti di forza sono sicuramente la definizione e la simmetria. Riesco a raggiungere livelli di condizionamento molto buoni. D’altra parte, sto lavorando per aumentare la massa muscolare, soprattutto nella parte superiore del corpo. Non è facile con la mia struttura, ma sto vedendo progressi.
Matteo Picchi: Come organizzi i tuoi allenamenti durante l’off-season?
Francesco De Vito: Nell’off-season mi concentro molto sui movimenti base: squat, stacchi, panca. Cerco di aumentare i carichi progressivamente, mantenendo sempre una buona tecnica. Faccio anche molto lavoro di volume per stimolare la crescita muscolare. L’alimentazione è più libera, ma sempre controllata.
Matteo Picchi: E durante la preparazione per una gara?
Francesco De Vito: La preparazione è molto più strutturata. Gli allenamenti diventano più intensi, con molte superserie e tecniche di intensificazione. L’alimentazione diventa molto più rigida, con un controllo preciso delle calorie e dei macronutrienti. Introduco anche il cardio, solitamente a digiuno al mattino.
Matteo Picchi: Quanto tempo prima di una gara inizi la preparazione?
Francesco De Vito: Solitamente inizio circa 16-20 settimane prima della gara. Questo mi permette di perdere il grasso in eccesso in modo graduale, senza stressare troppo il corpo. Le ultime 4-6 settimane sono le più intense, dove si definiscono davvero i dettagli.
Matteo Picchi: Come gestisci l’aspetto mentale durante la preparazione?
Francesco De Vito: L’aspetto mentale è fondamentale. Cerco di mantenere una routine quotidiana che mi aiuti a restare concentrato. La meditazione e la visualizzazione sono strumenti che uso spesso. Mi aiutano a gestire lo stress e a mantenere la motivazione alta, soprattutto nelle ultime settimane quando la stanchezza si fa sentire.
Matteo Picchi: Hai mai pensato di abbandonare il bodybuilding?
Francesco De Vito: Ci sono stati momenti difficili, certo. Soprattutto all’inizio, quando il sacrificio sembrava superare la soddisfazione. Ma non ho mai seriamente pensato di abbandonare. Il bodybuilding mi ha dato troppo, non solo fisicamente ma anche come crescita personale. È diventato parte di me.
Matteo Picchi: Parlando di crescita personale, come ha influenzato il bodybuilding la tua vita al di fuori della palestra?
Francesco De Vito: Ha avuto un impatto enorme. Mi ha insegnato la disciplina, la costanza, il valore del duro lavoro. Queste sono qualità che ho portato in ogni aspetto della mia vita. Ha anche aumentato enormemente la mia autostima. Da ragazzo che si vergognava del proprio corpo, sono diventato una persona sicura di sé, orgogliosa di mostrarsi.
Matteo Picchi: È bellissimo sentire come lo sport possa avere un impatto così profondo. Ora passiamo alle nostre domande di rito. C’è un atleta che ti ha ispirato nel tuo percorso?
Francesco De Vito: Onestamente, non sono molto dentro al mondo del bodybuilding professionistico. Non seguo molto i grandi nomi o le competizioni internazionali. La mia ispirazione principale sei stato tu, Matteo. Vedere te sul palco mi ha trasmesso la voglia di mettermi in gioco e di cambiare. La tua dedizione e la tua passione sono state contagiose. Hai dimostrato che con impegno e determinazione si possono raggiungere grandi risultati, indipendentemente dal punto di partenza.
Matteo Picchi: Grazie Francesco, apprezzo molto le tue parole. Qual è la lezione più importante che il bodybuilding ti ha insegnato?
Francesco De Vito: Sicurezza in me stesso e determinazione. Mi ha insegnato ad affrontare la vita con più sicurezza, a portare a termine le cose con maggiore determinazione. Mi ha aiutato a superare gli ostacoli, a pensare sempre al futuro e a costruire qualcosa per il domani. Il bodybuilding mi ha insegnato che i limiti sono spesso solo nella nostra mente e che con costanza e dedizione si possono superare.
Matteo Picchi: Come applichi queste lezioni nella tua vita quotidiana?
Francesco De Vito: Cerco di affrontare ogni sfida con la stessa mentalità che uso in palestra. Che si tratti di lavoro, relazioni personali o altri obiettivi, applico la stessa disciplina e determinazione. Ho imparato a non arrendermi di fronte alle difficoltà, ma a vederle come opportunità di crescita. Inoltre, la pianificazione e la costanza che il bodybuilding richiede mi hanno aiutato a essere più organizzato e produttivo in tutti gli aspetti della mia vita.
Matteo Picchi: Hai mai pensato di condividere la tua esperienza con altri, magari come trainer o motivatore?
Francesco De Vito: Ci ho pensato, sì. La mia storia potrebbe essere d’ispirazione per molte persone, non solo nel mondo del fitness. Mi piacerebbe poter aiutare chi sta affrontando sfide simili a quelle che ho affrontato io, mostrando che è possibile superare grandi ostacoli e realizzare i propri sogni. Non ho ancora fatto passi concreti in questa direzione, ma è sicuramente qualcosa che considero per il futuro.
Matteo Picchi: Parliamo dei tuoi obiettivi futuri. Hai in programma altre competizioni?
Francesco De Vito: Sì, ho intenzione di gareggiare ancora. Sto valutando di partecipare a una competizione l’anno prossimo, o forse tra un paio d’anni. Voglio prendermi il tempo necessario per migliorare ulteriormente il mio fisico, soprattutto in termini di massa muscolare. Il mio obiettivo è presentarmi sul palco con la mia miglior forma di sempre.
Matteo Picchi: Come ti prepari mentalmente per le sfide future?
Francesco De Vito: La preparazione mentale è fondamentale. Cerco di visualizzare i miei obiettivi ogni giorno, di immaginare me stesso sul palco nella miglior forma possibile. Lavoro anche molto sulla resilienza mentale, preparandomi ad affrontare gli inevitabili momenti di difficoltà che una preparazione comporta. La meditazione e la lettura di libri motivazionali sono strumenti che uso regolarmente.
Matteo Picchi: Ultima domanda: c’è un brano musicale che ti ha accompagnato nei tuoi allenamenti o sul palco?
Francesco De Vito: (ridendo) Beh, qui rischio di fare una figuraccia… ma “Limbo” di Daddy Yankee non può non caricarti! So che può sembrare una scelta insolita per un bodybuilder, ma ha un ritmo che mi dà energia e mi mette di buon umore. Durante gli allenamenti più duri, questa canzone mi aiuta a mantenere alto il morale e a spingere oltre i miei limiti.
Matteo Picchi: (sorridendo) Va bene, accettiamo anche questa! Non c’è nulla di male nell’avere gusti musicali eclettici. Francesco, grazie mille per aver condiviso la tua storia con noi. La tua esperienza è davvero unica e inspirante. C’è qualcos’altro che vorresti aggiungere prima di concludere?
Francesco De Vito: Grazie a voi per l’opportunità di raccontarmi. Vorrei solo aggiungere un messaggio per chi ci sta ascoltando: non permettete mai a nessuno di dirvi che non potete fare qualcosa. I limiti esistono solo nella nostra mente. Se avete un sogno, perseguitelo con tutto voi stessi. Il percorso potrebbe essere difficile, ma la soddisfazione di raggiunger e i propri obiettivi vale ogni sacrificio. Il bodybuilding mi ha insegnato questo, e spero che la mia storia possa ispirare altri a non arrendersi mai di fronte alle difficoltà.
Matteo Picchi: Parole davvero potenti, Francesco. Grazie ancora per la tua testimonianza così sincera e motivante. A questo punto, lascio la parola ad Alessandro per le conclusioni.
Alessandro Steffan: L’esperienza di Francesco è sicuramente molto diversa da tante altre, proprio per il passato che ha vissuto e che l’ha messo alla prova prima di qualsiasi tipo di competizione. Superare tutte queste difficoltà è già stata una competizione per lui, probabilmente anche per questo ora affronta le gare con serenità e passione. La vera sfida, la vera gara l’ha già vinta, proprio per come è arrivato ad affrontare il mondo dello sport nonostante le problematiche fisiche che ci ha raccontato.
Vorrei sottolineare che le vere sfide non sono sui social o nell’apparenza. Le vere sfide sono contro se stessi e contro i nostri limiti, che possiamo superare ogni giorno. Non solo fisicamente, ma migliorando quello che siamo, credendo in ciò che facciamo fino a raggiungere obiettivi come ha fatto Francesco, che si è tolto qualche soddisfazione nonostante tutto.
La storia di Francesco ci ricorda che il bodybuilding, e lo sport in generale, possono essere potenti strumenti di trasformazione personale. Non si tratta solo di costruire muscoli, ma di costruire carattere, resilienza e fiducia in se stessi. Francesco ha dimostrato che con determinazione e passione si possono superare ostacoli che sembrano insormontabili.
La sua testimonianza è un monito per tutti noi: non dobbiamo mai sottovalutare la forza della volontà umana. Che si tratti di sfide fisiche, mentali o emotive, abbiamo dentro di noi le risorse per affrontarle e superarle. Francesco ha trasformato le sue difficoltà in opportunità di crescita, e questo è un insegnamento prezioso per chiunque si trovi ad affrontare situazioni difficili nella vita.
Infine, vorrei ringraziare Francesco per la sua onestà e apertura nel condividere la sua storia. Testimonianze come la sua sono fondamentali per ispirare e motivare gli altri, per mostrare che non esistono limiti se non quelli che poniamo a noi stessi.
Rinnovo la mia stima e i miei complimenti per quello che ci ha raccontato e condiviso. Grazie ancora Francesco per la tua testimonianza così potente e ispiratrice. Sono sicuro che le tue parole rimarranno a lungo nella mente e nel cuore di chi ci ha ascoltato oggi.
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Oltre alle esperienze e alle storie condivise dagli atleti, vogliamo fornire ai nostri lettori alcuni consigli pratici che possono fare la differenza nella preparazione e partecipazione alle gare di bodybuilding. Ecco cinque suggerimenti fondamentali per chiunque si stia avvicinando a questo mondo competitivo.
- Adattare l’allenamento alle proprie specificità fisiche: Come Francesco ha dimostrato, le limitazioni fisiche non sono ostacoli insormontabili. Lavora con un trainer esperto per sviluppare un programma di allenamento personalizzato che tenga conto della tua struttura corporea unica. Concentrati su esercizi che puoi eseguire in sicurezza e con efficacia, sfruttando al massimo le tue capacità.
- Trasformare le sfide in punti di forza: Invece di vedere le tue particolarità fisiche come svantaggi, considera come possono distinguerti sul palco. Francesco ha trasformato la sua storia in un elemento di unicità. Usa la tua esperienza per creare una narrazione potente che ti differenzi dagli altri concorrenti.
- Costruire una rete di supporto inclusiva: Circondati di persone che comprendono le tue sfide uniche e ti supportano incondizionatamente. Cerca mentori o altri atleti che hanno superato ostacoli simili. La loro esperienza può essere inestimabile nei momenti di dubbio o difficoltà.
- Praticare la resilienza mentale: Le sfide fisiche spesso richiedono una forza mentale straordinaria. Sviluppa tecniche di visualizzazione e affermazione positiva specifiche per la tua situazione. Ricorda i momenti in cui hai superato ostacoli apparentemente insormontabili e usa queste memorie come carburante nei momenti difficili della preparazione.
- Educare e ispirare: Usa la tua piattaforma come atleta per educare il pubblico e gli altri concorrenti sulle sfide uniche che affronti. Condividi apertamente la tua storia, come ha fatto Francesco, per ispirare altri che potrebbero trovarsi in situazioni simili. Questo non solo ti darà uno scopo più grande, ma potrebbe anche aprire opportunità per collaborazioni e sponsorizzazioni mirate.
Questi consigli, combinati con la dedizione e la passione, possono aiutare ogni atleta a migliorare la propria preparazione e a raggiungere i propri obiettivi nelle competizioni di bodybuilding. Continuate a seguirci su garebodybuilding.it per altre interviste, consigli e storie di successo nel mondo del bodybuilding.