Europeo ICN sempre più vicino!
Intervistatore di garebodybuilding.it è Matteo Picchi
Ospiti dell’episodio: Maurizio De Luca e Serena Gonella
GBB TALK LIVE 18
Maurizio De Luca
Serena Gonella
Intervistatore per garebodybuilding.it:
Matteo Picchi
Ospite di GBB Talk:
Maurizio De Luca e Serena Gonella
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Matteo Picchi: Buonasera ragazzi, come state?
Maurizio De Luca e Serena Gonella: Buonasera Dottor Picchi, tutto bene grazie!
Matteo Picchi: Siete i protagonisti di questa sera, quindi vorrei iniziare chiedendovi come vi siete avvicinati al mondo del bodybuilding e successivamente a quello agonistico. Serena, vuoi cominciare tu?
Serena Gonella: Sono sempre stata una grande sportiva fin da piccola, ho iniziato con l’atletica leggera dove facevo velocità e salto in lungo. L’approccio alla palestra è stato quasi automatico con l’avanzare dell’età per integrare gli allenamenti. Lì ho scoperto di avere una predisposizione per il bodybuilding natural, anche se inizialmente non ne ero del tutto consapevole. Nel progredire con gli allenamenti, il mio coach ha visto del potenziale in me. Io ero appassionata, mi piaceva allenarmi e vedevo i risultati, quindi nel 2022 ho deciso di fare la mia prima gara AINBB al Memorial di Riccardo Bertinato a Brendola.
All’inizio non sapevamo bene in quale categoria farmi gareggiare, sapevamo solo che non sarei stata una bikini. Abbiamo provato sia la figura che la woman physique. Mi sono qualificata per i campionati italiani a Rimini dove ho vinto la categoria figure, la figure open e ho guadagnato la mia pro card. È stato l’inizio di un percorso con una testa, un impegno e una determinazione diversi. La determinazione c’è sempre stata, ma da quel momento è cambiato l’approccio mentale.
Matteo Picchi: Interessante, quindi hai provato sia la categoria figure che la woman physique fin dall’inizio. E tu Maurizio, come ti sei avvicinato a questo sport?
Maurizio De Luca: Anche io come Serena sono sempre stato uno sportivo, ho giocato a calcio e calcio a 5 per anni. Ho iniziato ad allenarmi in palestra a seguito di un infortunio muscolare per fare del potenziamento. Da subito mi piaceva, faceva stare bene e dava risultati. Nel frattempo avevo già sviluppato un certo interesse per il bodybuilding vedendo alcune gare in TV, in particolare mi colpì il Mr. Olympia del 2006 con tutti i grandi nomi dell’epoca.
Poi nel 2014, quasi per gioco, ho deciso di provare a gareggiare nella categoria man physique AINBB a Bologna. All’epoca seguivo molto Steve Cook, un personaggio australiano naturalizzato americano che era una colonna portante delle man physique. Ho deciso di provare a fare quello che faceva lui. Mi sono preparato da solo, confrontandomi con i più esperti in palestra, facendo tutti gli errori classici come le scariche di carboidrati a colazione. Ho vinto quella prima gara e mi sono qualificato per i campionati italiani al Rimini Wellness 2015, dove sono arrivato quarto. Ho anche vinto un concorso chiamato “Fisicomania”.
Dopo una pausa per motivi di studio all’estero, sono tornato alle gare qualche anno dopo incontrando Serena che ha riacceso in me la scintilla della competizione.
Matteo Picchi: Capisco, Steve Cook è stato un’icona ispiratrice per molti nella categoria man physique. Parliamo un attimo delle differenze tra man physique e classic physique, categoria in cui sei passato successivamente. Cosa ti ha spinto a fare questo cambio?
Maurizio De Luca: Sì, per me il passaggio al classic physique è stato quasi un must ad un certo punto. Con la maturità, la mia visione del bodybuilding è cambiata, ora prediligo atleti completi che mostrano il duro lavoro fatto anche sulle gambe. Trovo il classic physique una categoria molto affascinante che valorizza maggiormente il posing e il portamento rispetto al man physique.
Credo che il man physique sia più adatto per un giovane, per un ventenne o venticinquenne. Nel progredire, secondo me è giusto spostare l’asticella sempre più in alto. Il classic physique è stato per me un trampolino di lancio verso qualcosa di più, forse in futuro anche il bodybuilding vero e proprio, vedremo.
Matteo Picchi: Ha senso, effettivamente man physique e classic condividono alcuni tratti estetici di base ma poi si differenziano nell’impostazione. Serena, a questo proposito, ci puoi parlare delle differenze tra figure e woman physique? So che hai gareggiato in entrambe le categorie.
Serena Gonella: La differenza principale sta nel posing: la figure prevede solo le quattro pose semi-rilassate (frontale, laterali e di schiena), mentre le women physique eseguono anche le pose muscolari come la doppia bicipite frontale e di schiena, il tricipite e altre. A livello muscolare, la woman physique tende a portare sul palco una maggiore pienezza e durezza rispetto alle figure.
La figure è la perfetta via di mezzo tra una bikini e una woman physique. Io personalmente sono più una woman physique che una figure, grazie all’atletica ho sviluppato un lower body, in particolare le gambe, abbastanza pronunciato. Quando riesco a tagliare bene le gambe, rimangono con la loro pienezza, il che mi spinge più verso la categoria woman physique.
Un’altra differenza interessante riguarda le federazioni. In AINBB, una volta che vinci la categoria figure open e prendi la pro card, all’estero in ICN sei fondamentalmente una woman physique. Quindi tutte le gare che faccio io all’estero in ICN sono come woman physique, facendo anche le pose muscolari. Altre federazioni invece hanno due percorsi completamente diversi per figure e woman physique.
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Matteo Picchi: Infatti, anche se nel natural certi eccessi sono preclusi, un fisico come il tuo in condizione di gara non passa certo inosservato. Come hai vissuto questa tua evoluzione?
Serena Gonella: Non è stato sempre facile. Inizialmente mi vergognavo un po’ a stare in sala pesi con i ragazzi, ti senti osservata e giudicata. All’inizio non è stato semplice accettare quello che fondamentalmente sono, perché se mi alleno questo è il risultato e non posso farci niente.
Ad un certo punto ho messo tutto da parte e ho pensato solamente a me stessa e a quello che piace a me vedere su di me. È vero che sono muscolosa, però mantengo la mia femminilità e questo credo sia importante. Certo, quando sei tirata per le gare con spalle molto più pronunciate, gambe più tagliate e dure, l’addome molto in vista, non è uno standard comune, soprattutto in una piccola palestra di paese. Attiri sguardi e commenti.
Prima mi vergognavo, adesso mi gaso! Entro in palestra e faccio le alzate con più peso rispetto ai ragazzini, o mi metto alla shoulder press e mi trovo a dividere la macchina con dei ragazzi che per principio scaricano, mentre io devo caricare. Secondo me è un passaggio che fai quando inizi ad amare veramente te stessa e il tuo corpo, e a riconoscere che tutto quello che hai tirato fuori viene dal duro lavoro. È impossibile disprezzarlo.
Matteo Picchi: Verissimo, ognuno dovrebbe essere libero di esprimere se stesso. Cambiamo argomento: parlatemi della vostra esperienza con la federazione ICN in ambito internazionale.
Maurizio De Luca: L’esperienza con ICN, la controparte estera del circuito AINBB, è stata assolutamente positiva. Ho gareggiato al mio primo mondiale da amator a Praga ed è stata un’esperienza bellissima. Essendo la prima gara estera, eravamo un po’ emozionati perché eravamo soli, senza il nostro coach Fabio che ci dava indicazioni da casa.
La location era bellissima, eravamo all’Hilton Hotel di Praga. L’organizzazione era molto preparata e puntuale, c’era tanta gente. L’unica difficoltà è stata con il colore, perché non c’era il servizio tan appropriato e abbiamo dovuto arrangiarci un po’.
Serena Gonella: Confermo, la mia esperienza a Praga nel 2022 per il mio primo mondiale da pro è stata fantastica. Quello che ho notato è che all’estero c’è un’apertura mentale diversa, una predisposizione meno incentrata sull’essere così tanto competitivi o scontrosi. Sono salita sul palco con ragazze dalla Germania, Francia, Slovacchia e una volta giù ci siamo tutte complimentate, salutate, scambiate i contatti Instagram. Siamo ancora in contatto, ci scriviamo. Qui in Italia invece di solito quando scendi dal palco senti sempre qualcuno che dice “ma non capisco perché…”, fa del dissing.
All’estero questo non l’ho vissuto, non c’è la necessità di imporsi a tutti i costi. Vai lì, fai la tua gara, ti diverti. È stata proprio una bella esperienza e abbiamo creato dei bei legami anche con atleti italiani che non avevamo conosciuto prima qui in Italia.
Matteo Picchi: Ha senso, in effetti ho notato che AINBB pone molta enfasi sul conditioning anche nelle categorie non propriamente “muscolari”. Può essere un buon palco per fare rodaggio in vista delle competizioni oltre confine. Maurizio, quali sono i tuoi prossimi obiettivi agonistici?
Maurizio De Luca: Al momento mi sto preparando per le selezioni FCFN del 24 agosto a Dueville, per qualificarmi ai campionati italiani FCFN del 15 settembre a Bologna. Se mi qualifico e la condizione è appagante, il 20 ottobre c’è il mondiale DFAC in Germania vicino a Berlino. Questo è quello che sicuramente vorrei fare.
Poi, essendo in due, io seguo Serena e lei segue me. Se lei volesse provare a fare una gara in qualche altra federazione, la accompagnerei non solo per supportarla ma anche per gareggiare io stesso.
Matteo Picchi: Un bel programma impegnativo! E per te Serena?
Serena Gonella: Io punto sull’europeo ICN tra 10 giorni a Rimini, dopo il “passaggio obbligato” delle selezioni a Brendola. Poi come diceva Maurizio vorrei provare a misurarmi anche in altre federazioni, magari passando alla women physique dove viene tenuta separata dalla figure. Non spoilero in quale federazione, ma ho in mente qualcosa.
Vorrei provare a mettermi in gioco in altre federazioni, cercando però di non perdere la pro card AINBB. In AINBB, se gareggi per un’altra federazione nella stessa categoria, ti viene tolta la pro card. Non vorrei perderla, non tanto per il “cartellino” in sé, che è solo uno status che non vuol dire niente secondo me, ma perché ogni anno ti riconfermi sul palco e la tua condizione non te la porta via nessuno.
Matteo Picchi: Capisco, pro card che una volta ottenuta va difesa con le unghie e con i denti! Ora le domande di rito che facciamo sempre ai nostri ospiti. Un atleta che vi ha ispirato nel vostro percorso?
Maurizio De Luca: Come dicevo inizialmente, Steve Cook è stato il mio esempio quando ho iniziato con il man physique. Più in generale, cerco di prendere il meglio da ogni persona, non per forza pro. Osservo come si allenano, cerco di capire perché si allenano in un certo modo, perché cercano un determinato angolo di lavoro. Potrei fare un elenco infinito: tu Matteo ne sei un esempio, c’è Dirk, c’è il mio allenatore Fabio, A.J. Morris… Ma il primo in assoluto è stato Steve Cook.
Serena Gonella: Per me Sidney Gillan, 7 volte Olympia figure champion. La adoro, cerco di imitare il suo posing ma non ci riuscirò mai. È bellissima.
Matteo Picchi: Ottimo, e la cosa più importante che avete imparato dal bodybuilding?
Maurizio De Luca: Perseveranza. La perseveranza è il famoso detto “la goccia che scava la roccia”. Continuare a martellare anche quando il risultato sembra non arrivare, soprattutto in preparazione quando c’è la stanchezza, la fame, mille pensieri e paranoie, un po’ di ansia perché il tempo avanza e l’obiettivo è fisso. La costanza, la perseveranza, stare lì e continuare a martellare e non demordere. La perseveranza racchiude un po’ tutto: costanza, disciplina, pazienza.
Serena Gonella: Per me il bodybuilding è innanzitutto disciplina, perché mi aiuta a regolare tutta la mia vita, tutta la mia giornata. A partire dal lavoro, poi l’alimentazione, l’allenamento… Mi dà un’impostazione, uno stile di vita. Allo stesso tempo è una grossa boccata d’aria fresca. È il mio escape, il mio fuggire, il sollievo.
Matteo Picchi: Interessante questo dualismo, una disciplina totalizzante che diventa anche un momento di libertà. Infine, un brano musicale che vi ha motivato o accompagnato in momenti particolari?
Maurizio De Luca: “From Can to Can’t” di Corey Taylor, il cantante degli Slipknot. Non ricordo bene il testo in questo momento, ma è un brano che mi ha sempre suscitato emozioni soprattutto nei momenti di dubbio. Mi teneva sempre sul pezzo, mi motivava sempre.
Serena Gonella: “Ashes” dalla colonna sonora di Deadpool. C’è la parte del ritornello che dice che ritornerai dalla cenere, quindi dalla cenere rivivrai. È un po’ come la fenice, è un po’ come voglio sentirmi ogni volta sul palco. Dalla cenere si deve formare qualcosa di grande.
Matteo Picchi: La musica è qualcosa che ci accompagna in determinati momenti, fissa i ricordi e le emozioni. Quando poi riparte quel tema, immediatamente ritorna tutto quanto a galla. Ragazzi, siete stati splendidi davvero. In bocca al lupo per i vostri prossimi appuntamenti agonistici, ci vediamo al Rimini Wellness!
Maurizio De Luca e Serena Gonella: Grazie a voi per l’ospitalità, ci vediamo presto a Rimini. Ciao!
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Oltre alle esperienze e alle storie condivise da Francesco e Aurora, vogliamo aggiungere ai nostri lettori alcuni consigli che possono fare la differenza nella preparazione e partecipazione alle gare di bodybuilding. Ecco cinque suggerimenti fondamentali per chiunque si stia avvicinando a questo mondo competitivo.
Questi consigli, combinati con la dedizione e la passione, possono aiutare ogni atleta a migliorare la propria preparazione e a raggiungere i propri obiettivi nelle competizioni di bodybuilding. Continuate a seguirci su garebodybuilding.it per altre interviste, consigli e storie di successo nel mondo del bodybuilding.