Diventare atleta IFBB PRO iniziando a 40 ANNI
Intervistatore di garebodybuilding.it è Matteo Picchi
Ospite dell’episodio: Aldo Masolo
GBB TALK LIVE 21
Aldo Masolo
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Matteo Picchi: Ciao Aldo, benvenuto a questa intervista! Raccontaci un po’ di te, di come ti sei avvicinato prima alla palestra e poi al bodybuilding agonistico.
Aldo Masolo: Ho iniziato ad andare in palestra a 18 anni, prima facendo arti marziali e poi passando alla sala pesi. Mi sono allenato tutta la vita in modo non agonistico, in palestre dove addirittura non si allenavano le gambe. Dopo una pausa di alcuni anni in cui è nata mia figlia, ho ripreso ad allenarmi assiduamente. A 36 anni ho deciso di farmi seguire da un coach per migliorare la mia muscolatura, senza ancora pensare alle gare. Poi a 37 anni il mio coach mi ha proposto di prepararmi per delle competizioni. Ho dovuto lavorare molto sulle gambe per recuperare il gap con la parte superiore. Alla fine, a quasi 40 anni, nel 2016, ho fatto la mia prima gara. Le prime competizioni sono state un patimento per la fame, tanto che dopo le prime due gare avevo deciso di smettere. Invece dopo un paio di settimane ero già pronto a ripartire, e da lì non mi sono più fermato.
Matteo Picchi: Cosa diresti a chi pensa che a una certa età sia troppo tardi per cominciare?
Aldo Masolo: Vorrei rassicurare le persone più mature che si sentono bene fisicamente: non è mai troppo tardi per iniziare, neanche per le competizioni. Io sono l’esempio che si può cominciare a gareggiare anche a 40 anni e oltre. Finché il mio fisico migliorerà e avrò la possibilità, continuerò a farlo perché mi dà gioia e soddisfazione. Non bisogna precludersi questa possibilità solo per una questione anagrafica.
Matteo Picchi: Raccontaci della tua prima gara. Come hai vissuto il percorso per arrivarci?
Aldo Masolo: Ricordo tutto, soprattutto la fame pazzesca dovuta alla dieta molto restrittiva imposte dal mio coach. È stato un vero patimento. Dopo le prime gare ero deciso a smettere per la sofferenza. Ma poi la voglia è tornata e non mi sono più fermato. Col tempo sono diventato più esperto, ho imparato a gestire meglio alimentazione e preparazione, rendendo tutto più sopportabile e piacevole. Se i giorni negativi superano quelli positivi, vuol dire che le gare non fanno per te. Non è una sconfitta, semplicemente non fa parte del tuo percorso. L’importante è che la palestra rimanga un piacere e migliori la tua vita, a prescindere dalle competizioni.
Matteo Picchi: Come sei arrivato poi a conquistare la pro card nella IFBB?
Aldo Masolo: Inizialmente non pensavo certo di poter diventare un pro, non ne avevo le caratteristiche. Ma col tempo, vedendo i miei progressi e le vittorie che arrivavano, ho cominciato ad accarezzare quest’idea. A 43 anni gareggiavo ormai nelle categorie open, per massimizzare le chance di conquistare una pro card. E alla fine ce l’ho fatta, a dicembre 2020 in Portogallo, a 45 anni, arrivando secondo nell’overall. È stata la soddisfazione più grande della mia vita, il coronamento di un sogno. Pensavo di appendere le mutande al chiodo, invece dopo un anno sono tornato a gareggiare perché è ciò che amo.
Matteo Picchi: Cosa ti ha insegnato il bodybuilding? Qual è il valore più grande che ti ha trasmesso?
Aldo Masolo: Senza dubbio la disciplina. Sono una persona metodica, avere delle regole e degli orari mi dà tranquillità e mi fa stare bene. Se qualcosa scombina la mia routine mi agita. Il bodybuilding, con i suoi ritmi scanditi e i suoi riti, mi ha dato serenità e il controllo di un carattere altrimenti molto movimentato. E questo mi è servito molto anche nella vita di tutti i giorni.
Matteo Picchi: A proposito di disciplina, come ti sei approcciato al mondo dei social? Cosa pensi dell’approccio di molti ragazzi giovani a questi strumenti?
Aldo Masolo: I social sono stati un’ottima cassa di risonanza per far conoscere il bodybuilding a tante persone. Io li ho iniziati a usare per raccontare la mia preparazione verso il master Olympia e per divulgare la bellezza di questo sport, soprattutto tra i giovani. Volevo portare più ragazzi in palestra. All’inizio avevo il dubbio che la mia figura di bodybuilder non si conciliasse col personaggio scanzonato del “Cosa vi propongo oggi?”. Invece sono riuscito a mostrare che dietro i muscoli c’è molto di più: disciplina, dedizione, passione. Il problema è che sui social l’attenzione è molto breve, i contenuti virali durano pochi secondi. È difficile veicolare messaggi articolati. Io preferisco YouTube, dove posso parlare per più tempo e approfondire i temi. Non è facile trovare il giusto equilibrio tra leggerezza per attrarre i ragazzi e contenuti di valore.
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Matteo Picchi: Quindi diresti che il bodybuilding è anche uno sport molto mentale?
Aldo Masolo: Assolutamente sì. La testa è fondamentale. Se non ce l’hai, non vai da nessuna parte. Vediamo tanti ragazzi con genetiche incredibili che però non hanno la testa e quindi non sfondano. Al contrario, atleti magari meno dotati ma con grande forza mentale ottengono risultati pazzeschi. Questo perché il bodybuilding è uno sport molto ripetitivo. Solleviamo pesi in modo monotono per anni. Quindi ci vuole tanta testa per andare avanti. Ma questo vale anche nella vita: i bodybuilder di maggior successo sono quelli con maggiore intelligenza, capacità imprenditoriali, visione.
Matteo Picchi: A questo proposito, chi è stato un tuo punto di riferimento nel bodybuilding?
Aldo Masolo: Ammiro molto Jay Cutler. Non solo perché è stato un campione pazzesco, ma anche e soprattutto per come ha gestito la sua carriera e la sua vita. Ha capito quando era il momento di fermarsi e reinventarsi come imprenditore di successo nel fitness. A 50 anni è ancora in una forma spaventosa. Per me rappresenta il modello di atleta che vorrei essere, un campione sul palco e nella vita.
Matteo Picchi: Quali sono le maggiori differenze che hai notato tra il bodybuilding alle nostre latitudini e quello che hai trovato gareggiando all’estero, soprattutto in America?
Aldo Masolo: A livello organizzativo siamo migliorati molto anche in Italia ed Europa. Ma in America il bodybuilding è veramente mainstream. Le gare sono delle feste con stand, espositori, un’atmosfera incredibile. È tutto più easy, più naturale, meno ingessato. Nel backstage gli atleti scherzano tra loro, si danno pacche sulle spalle anche se magari neanche si conoscono. C’è un clima fraterno. Qui da noi siamo ancora un pochino indietro su questo. C’è più competizione, più musi lunghi, si guarda l’avversario con sospetto. Ci manca ancora questo spirito di condivisione e leggerezza.
Matteo Picchi: Cosa consiglieresti a un ragazzo che si avvicina oggi al mondo delle gare?
Aldo Masolo: Il consiglio principale è di affidarsi da subito a una guida esperta, un coach preparato che gli insegni ad allenarsi, alimentarsi e approcciare le competizioni nel modo giusto. Io purtroppo non ho avuto questa fortuna e ho perso tanto tempo commettendo errori che avrei potuto evitare. Oggi i ragazzi devono sfruttare le tante competenze che ci sono in circolazione per velocizzare il proprio percorso ed esprimere al massimo il proprio potenziale in modo sano.
Matteo Picchi: Parlando di potenziale, quanto conta secondo te il talento rispetto al lavoro?
Aldo Masolo: Il talento è importante, ci sono dei ragazzi che hanno delle genetiche pazzesche. Ma senza etica del lavoro e dedizione quel talento si spreca. E qui torniamo al discorso della testa: l’abilità di fatto più importante nel bodybuilding è la costanza, la pazienza di lavorare duramente per anni. Solo così il talento si esprime al 100%. Io ho conosciuto tanti ragazzi fortissimi che però non avevano la testa e si sono persi. Altri magari sembravano meno dotati ma con il lavoro costante sono esplosi. Questo gli americani lo hanno capito bene e glielo riconosco.
Matteo Picchi: Da italiano, cosa servirebbe secondo te per far crescere il movimento del bodybuilding qui da noi?
Aldo Masolo: Innanzitutto più unità e spirito di collaborazione. Dovremmo tutti remare dalla stessa parte per far conoscere questo sport al grande pubblico, sdoganarlo, togliergli quell’allure un po’ particolare che ancora si porta dietro. Le federazioni natural stanno facendo un grande lavoro in tal senso, stanno avvicinando tanti ragazzi a questo mondo. Poi servirebbe coinvolgere di più i media generalisti, far capire che il bodybuilding non è quella roba lì che si vede ogni tanto in tv dove sembriamo degli scimmioni che si gonfiano e basta. Far capire che è una disciplina seria che richiede grandissimi sacrifici e dona benessere a tantissime persone.
Matteo Picchi: A proposito di sacrifici, quanto è difficile conciliare l’agonismo con la vita privata?
Aldo Masolo: È molto impegnativo, non lo nego. Io ho la fortuna di avere una famiglia che mi supporta, che capisce e condivide la mia passione. Senza questo sarebbe impossibile. Perché oggettivamente i ritmi delle preparazioni, le esigenze particolari, sottraggono tanto tempo ed energie al resto. Quindi tante famiglie purtroppo si sfasciano se non c’è comprensione e complicità. Io mi ritengo fortunato ad avere una moglie che mi sta accanto e rende possibile tutto questo. Cerco di ricambiare dedicandomi a loro quando non sono in prep. È questione di equilibrio e di dare il giusto spazio a ogni cosa.
Matteo Picchi: Cosa ti senti di dire ai giovani che vorrebbero intraprendere la strada del bodybuilding agonistico?
Aldo Masolo: Di provarci, di buttarsi, di non aver paura di mettersi in gioco. Il bodybuilding è uno sport bellissimo che ti può insegnare tantissimo. Certo, non è per tutti, richiede costanza, determinazione e spirito di sacrificio fuori dal comune. Ma se uno ha la passione, il resto viene da sé. Soprattutto, anche se può sembrare uno sport individualistico, in realtà è un mondo pieno di belle persone che condividono i tuoi stessi obiettivi. Quindi il mio consiglio è: trovate un buon coach e un team e iniziate questo viaggio straordinario. male che vada ci avrete provato e avrete imparato qualcosa. Io ho cominciato a 40 anni, quindi non è davvero mai troppo tardi per sognare.
Matteo Picchi: Quali sono i tuoi prossimi obiettivi nel bodybuilding?
Aldo Masolo: A breve termine punto alle gare in America, le uniche pro per la mia categoria master. Quest’anno farò tre gare di fila oltreoceano tra fine agosto e settembre, i mondiali master a Pittsburgh, il Florida Pro e probabilmente anche il Daytona Pro. Essendo gare di alto livello l’obiettivo è fare bella figura e magari strappare qualche buon piazzamento. Vedremo. A medio-lungo termine spero che anche qui in Europa si aprano dei circuiti pro master, sarebbe bellissimo. Così più atleti avrebbero la possibilità di gareggiare ad alti livelli senza dover per forza fare le trasferte in America che sono dispendiose. Sarebbe un bel segnale di crescita del nostro movimento. Per quanto mi riguarda, finché il fisico terrà e avrò voglia, non vedo perché smettere di inseguire i miei sogni.
Matteo Picchi: Qual è la lezione più grande che il bodybuilding ti ha insegnato?
Aldo Masolo: Bella domanda. Direi che mi ha insegnato che nulla è impossibile se ci lavori duramente e ci credi fino in fondo. Quando ho cominciato non avrei mai pensato di vincere una pro card a 45 anni, eppure è successo. I sogni vanno coltivati giorno dopo giorno, con umiltà, spirito di sacrificio e tanta passione. Solo così danno i loro frutti. Sul palco come nella vita. E paradossalmente più invecchio, più mi sento giovane e pieno di energia. È questo il regalo più bello che mi ha fatto questo sport.
Matteo Picchi: C’è qualcosa che vorresti dire a chi ancora non conosce bene il bodybuilding e magari ha dei pregiudizi?
Aldo Masolo: Venite a conoscerci, a vedere cosa facciamo, come viviamo, quanto impegno ci mettiamo. Il bodybuilding non sono solo muscoli, ma c’è un mondo di valori dietro. Noi siamo atleti, artisti, sognatori. Mettiamo il cuore e l’anima in quello che facciamo. Vogliamo solo diffondere la gioia di un corpo sano e atletico. Tutto qui. Non siamo marziani o mostri. Siamo persone normalissime, con un’enorme passione che ci rende felici. Non c’è nulla di male in tutto questo, anzi. Più sport dovrebbero trasmettere i messaggi di sacrificio e riscatto che portiamo avanti noi. Meno pregiudizi e più curiosità, questo è l’invito che rivolgo a tutti.
Matteo Picchi: Grazie mille Aldo per questa chiacchierata profonda e illuminante. In bocca al lupo per le tue prossime gare, continueremo a fare il tifo per te!
Aldo Masolo: Grazie a voi per questa bellissima opportunità! Spero che la mia esperienza possa essere di ispirazione per qualcun altro. E ricordate: non mollate mai i vostri sogni!
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Oltre alle esperienze e alle storie condivise dagli atleti, vogliamo fornire ai nostri lettori alcuni consigli pratici che possono fare la differenza nella preparazione e partecipazione alle gare di bodybuilding. Ecco cinque suggerimenti fondamentali per chiunque si stia avvicinando a questo mondo competitivo.
Questi consigli, combinati con la dedizione e la passione, possono aiutare ogni atleta a migliorare la propria preparazione e a raggiungere i propri obiettivi nelle competizioni di bodybuilding. Continuate a seguirci su garebodybuilding.it per altre interviste, consigli e storie di successo nel mondo del bodybuilding.