Da AMATORE a PRO il percorso di un atleta!

GBB TALK LIVE 03

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Nensy Stoppa

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Giacomo Calesso

Intervistatore per garebodybuilding.it:

Matteo Picchi

Ospite di GBB Talk:

Nensy Stoppa

Giacomo Calesso

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Il testo sopra riportato è un estratto sintetico della puntata pubblicata su Youtube che vi consigliamo di andar a vedere per approfondire ogni aspetto discusso con i nostri ospiti. Potete trovare la live anche in formato audio su Spotify!

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Benvenuti su garebodybuilding.it, il portale dedicato agli appassionati di bodybuilding agonistico. Oggi abbiamo il piacere di presentare un’intervista esclusiva con due atleti di spicco nel panorama del bodybuilding italiano: Nensy e Giacomo. L’intervista è condotta da Matteo Picchi, un preparatore e atleta con anni di esperienza nel settore. In questa conversazione, esploreremo le sfide, le vittorie e le strategie che hanno caratterizzato il loro percorso agonistico.

Matteo Picchi: Buonasera a tutti, siamo qui per la terza serata dedicata alle live con gli atleti e i personaggi del bodybuilding. Questa sera abbiamo due ospiti speciali: Nensy e Giacomo, una coppia nella vita e nel bodybuilding agonistico natural. Nensy, partiamo da te. Come ti sei avvicinata a questa disciplina, in particolare al bodybuilding agonistico?

Nensy Stoppa: La mia prima esperienza di gara da bikini è stata nel 2019. Arrivo da un mondo sportivo completamente diverso, facevo trail running e Spartan Race, l’opposto dello stare su un palco con un bikini tempestato di Swarovski. Ero abituata a correre nella natura, tra fango e ostacoli, quindi il passaggio al bodybuilding è stato un cambiamento radicale.

Un giorno in palestra ho incontrato Giacomo che, vedendomi allenarmi, mi ha detto senza mezzi termini che quello che stavo facendo era inutile. Invece di offendermi, mi sono incuriosita e gli ho chiesto di spiegarmi il perché. Da lì è nata la collaborazione con lui come coach e la decisione di provare a gareggiare.

Nel 2019 ho fatto la mia primissima gara WNBF, ottenendo un quinto posto alle nazionali. Un risultato non eccelso ma che mi ha dato la motivazione per migliorare. Da lì è partita l’ambizione di passare di livello e migliorarmi anche a livello internazionale. Ho capito che se volevo risultati importanti, dovevo dedicarmi anima e corpo a questo sport.

Matteo Picchi: E per te Giacomo, com’è nato l’amore per questa disciplina?

Giacomo Calesso: La mia storia con i pesi inizia circa 20 anni fa. All’inizio, come tanti, mi sono avvicinato al bodybuilding per un problema con la visione di me stesso. Ero molto magro, a 14 anni ero alto 1.80m ma pesavo solo 60kg. Guardandomi allo specchio non mi piacevo e questo mi ha spinto ad iniziare ad allenarmi, prima a casa con alcuni pesi, poi in palestra.

Compravo tutte le riviste di bodybuilding, restavo affascinato da quei fisici statuari e sognavo di diventare come loro. Era quasi un’ossessione, volevo trasformare il mio corpo a tutti i costi. Però l’inizio del percorso non è stato semplice, i risultati non arrivavano e dopo 6-8 mesi mi stavo scoraggiando, pensando di non avere il fisico adatto.

Fu l’istruttore della palestra a darmi il consiglio che mi cambiò la vita: mangiare il doppio ad ogni pasto. Può sembrare assurdo o esagerato, ma decisi di provarci. Anche se a volte arrivavo a vomitare per la quantità di cibo, non mi arrendevo e ricominciavo. In 6-8 mesi, con questa dedizione totale all’alimentazione e all’allenamento, misi su 20kg. Non era massa pulita, ma vedere come i vestiti mi stavano meglio mi dava una soddisfazione enorme. Lì ho capito che questo sport era la mia strada.

Matteo Picchi: Nensy, nel 2021 hai vinto la pro card al mondiale WNBF a Las Vegas. Com’è stata quell’esperienza?

Nensy Stoppa: Vincere la pro card a Las Vegas è stata una cosa totalmente inaspettata. Venivo da un periodo in cui ricevevo feedback molto contrastanti dai giudici delle varie gare. In alcune mi dicevano che ero troppo muscolosa per la categoria bikini, in altre che dovevo mettere più massa. Quindi arrivata al mondiale non sapevo esattamente che tipo di condizione portare sul palco.

Alla fine, io e il mio coach abbiamo deciso di rimanere sulla nostra linea e portarmi un po’ più tirata, privilegiando la definizione muscolare. Ed è stata la scelta vincente. Non solo ho vinto la pro card nella mia categoria, ma ho vinto anche l’assoluto, battendo atlete di tutte le categorie. È stata un’emozione indescrivibile, il coronamento di tanti sacrifici.

Dopo quella vittoria, io e Giacomo abbiamo deciso di non lavorare più come coach e atleta, essendo nel frattempo diventati coppia anche nella vita. Abbiamo preferito tenere separati l’aspetto sportivo e quello personale, anche se ovviamente ci supportiamo a vicenda.

Quest’anno ho avuto esperienze contrastanti, come un settimo posto alla selezione per il Mister Olympia, una gara con canoni di giudizio molto diversi rispetto a quelli a cui ero abituata. Però poi ai mondiali WNBF a Seattle è arrivato un ottimo quarto posto. Gareggiare in America per me è sempre speciale, lì si respira un’atmosfera unica, il bodybuilding è molto più sentito e apprezzato. Anche se comporta fatiche extra – gestire i pasti, il fuso orario, il jet lag – per me vale sempre la pena vivere queste trasferte da atleta negli Stati Uniti.

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Matteo Picchi: Parlando delle differenze tra le varie federazioni, sia in Italia che all’estero, cosa avete notato? Quali consigli dareste a chi vuole approcciarsi all’agonismo?

Giacomo Calesso: Gareggiando all’estero, soprattutto negli Stati Uniti, ho notato un livello di condizionamento degli atleti impressionante. Si vedono dei volumi muscolari importanti mantenendo una definizione estrema, con dorsali ultra-dettagliati e striature nei glutei. Una cosa che difficilmente si trova in Italia o in Europa, a parte rare eccezioni.

Questo dipende secondo me da diversi fattori. Negli USA il bodybuilding ha una storia e una considerazione diversa, è visto più come uno sport vero e proprio. Gli atleti spesso possono contare su sponsor, strutture all’avanguardia e una cultura della disciplina più radicata. Questo li porta a impegnarsi al 110% e a portare sul palco fisici al limite.

Inoltre, bisogna considerare che il bacino di atleti da cui attingere è molto più ampio rispetto all’Italia. E in tanti sognano di farne una professione. Quindi il livello si alza molto. Però vedo che anche in Italia la cultura del bodybuilding natural si sta espandendo, quindi sono fiducioso per il futuro.

Nensy Stoppa:Riguardo alla categoria bikini, ho notato un netto ribaltamento del giudizio tra gare europee e gare americane. In Italia spesso venivo penalizzata per la mia muscolosità, giudicata eccessiva. Mentre in America è proprio quello che cercano, un fisico asciutto e definito ma comunque femminile. Lì sono riuscita ad ottenere i risultati migliori.

Quindi il consiglio che mi sento di dare a chi vuole iniziare a gareggiare è di affidarsi totalmente al proprio coach per la scelta della competizione. Il palco è un’esperienza che ti segna nel bene e nel male. Se la affronti con la giusta preparazione, può darti soddisfazioni incredibili. Ma se la affronti con aspettative sbagliate o senza la necessaria maturità, può anche abbatterti dal punto di vista emotivo.

Il mio consiglio è: fidatevi del vostro coach e affidatevi alla sua esperienza. Se vi dice che non siete pronti, ascoltatelo. Meglio aspettare una stagione in più per colmare le lacune che portare sul palco un fisico incompleto. I giudizi negativi possono massacrarti a livello di autostima. Prendetevi il tempo necessario per costruire una condizione che vi soddisfi. E ricordate che il bodybuilding è una maratona, non uno scatto. I risultati arrivano con la costanza nel tempo.

Matteo Picchi: Una cosa importante che avete imparato finora dal bodybuilding?

Nensy Stoppa: La lezione più grande che ho imparato è che in questo sport non si può mai accontentarsi, bisogna sempre puntare a migliorare. La sfida principale è con sé stessi, i propri limiti e insicurezze. Ogni volta che raggiungi un obiettivo, te ne poni subito un altro più ambizioso.

Questa mentalità mi ha insegnato a non mollare mai, ad essere sempre propositiva e concentrata su come crescere. Non solo a livello fisico, ma anche mentale. Il bodybuilding è uno sport estremo, ti porta a sperimentare sensazioni molto intense. La fame, la fatica, il calo di energie, ma anche l’adrenalina del palco, la soddisfazione di vedere il tuo corpo cambiare. Gestire questo mix di emozioni tempra il carattere.

Poi mi ha insegnato ad accettare il mio corpo e a valorizzarlo per quello che è. In passato nascondevo il mio fisico per la vergogna, ora lo metto in mostra con orgoglio perché so quanto lavoro c’è dietro. Soprattutto, ho imparato che il corpo è il nostro biglietto da visita, il vestito che indossiamo ogni giorno. Modellarlo e rinforzarlo è un atto di amor proprio. Mi ha fatto capire che prendermi cura di me stessa a livello fisico influenza anche la mia sicurezza a livello mentale.

Giacomo Calesso: Come dicevo prima, il bodybuilding natural non ti regala niente. Ogni minimo progresso te lo devi sudare in palestra e in cucina. È uno sport che richiede dedizione assoluta, devi dare 100 per avere 1. E spesso neanche quello, soprattutto all’inizio. Quindi la prima lezione che ho imparato è la pazienza e la perseveranza.

Quando ti fai il mazzo per mesi e poi non vedi i risultati sperati, è normale sentirsi frustrati. Sembra di sprecare tempo ed energie. Anch’io ho attraversato molti momenti di sconforto in cui volevo mollare. Ma poi ho capito che la chiave è focalizzarsi sul processo, non sul risultato. L’importante è continuare ad allenarsi e mangiare bene, giorno dopo giorno, senza perdersi in inutili paragoni con gli altri.

Questo sport mi ha insegnato ad ascoltare il mio corpo e rispettarlo. Ho imparato ad allenarlo in modo intelligente, senza strafare o farmi male. E ho imparato a nutrirlo nella maniera corretta, scegliendo cibi di qualità. Ora so che posso modellare il mio fisico come voglio attraverso il duro lavoro, non devo accettarlo così com’è. Questa consapevolezza influenza anche altri aspetti della vita, perché ti fa capire che con impegno e disciplina puoi raggiungere qualsiasi obiettivo.

Soprattutto, il bodybuilding mi ha insegnato ad andare oltre i giudizi della gente. Quando vedono il tuo stile di vita, in molti ti criticano, ti dicono che è inutile o che è uno spreco di tempo. Non capiscono le rinunce che facciamo. Ma ho imparato che l’unico giudizio che conta è il mio. Se una cosa mi rende felice e mi fa stare bene, non serve il permesso di nessuno per farla. Anzi, i giudizi negativi sono uno stimolo a fare meglio. Come diciamo nella nostra cerchia, haters are my motivators.

Matteo Picchi: Un brano che vi carica particolarmente, magari in allenamento o nel backstage?

Nensy Stoppa: Come dicevo, vengo da un background di corsa in mezzo alla natura, quindi per allenarmi preferisco pezzi abbastanza tranquilli e orecchiabili. Un brano che mi carica molto ultimamente è “Remember the Name” di Fort Minor. Ha un testo motivazionale che parla di riscatto, di come le persone comuni possono fare cose straordinarie se ci credono. E poi ha un bel ritmo incalzante che mi dà la giusta energia, senza essere troppo pesante. Lo ascolto spesso durante i miei cardio mattutini, mi mette sempre di buon umore.

Giacomo Calesso: Io invece sono un tipo che in palestra si alimenta con pezzi molto aggressivi e dal ritmo sostenuto. Mi piace andare all-in quando mi alleno, spingere al massimo e tirar fuori il lato animale. Il brano che mi ha gasato di più nell’ultimo periodo è “Legendary” di Welshly Arms. Ha un sound crudo e potente che mi fa salire l’adrenalina a mille. L’ho anche scelto per la mia routine sul palco, quindi ha un significato particolare. Mi ricorda che ogni giorno in palestra, sto lavorando per diventare leggendario nel mio campo. È uno di quei pezzi che mi fa venire voglia di spaccare il mondo.

Matteo Picchi: Bene ragazzi, grazie davvero di cuore per questa chiacchierata. È stato un piacere enorme ascoltare i vostri racconti e punti di vista. Abbiamo toccato tanti temi interessanti – le differenze tra categorie e federazioni, i sacrifici e le rinunce dell’agonismo, i pregiudizi che affrontate, le lezioni di vita che il bodybuilding vi ha dato.

Credo che la vostra esperienza potrà essere di ispirazione per tante persone che sognano di intraprendere questo percorso. Il vostro messaggio di determinazione, resilienza e amor proprio è potentissimo. E il fatto che lo portate avanti come coppia vi rende ancora più speciali. Quindi grazie per la vostra disponibilità e complimenti vivissimi per tutto quello che avete costruito dentro e fuori dalla palestra.

Giacomo e Nensy: Grazie a te Matteo e a tutto il team di Gare Bodybuilding per questa bellissima opportunità. Siamo molto felici di poter condividere la nostra passione e le nostre esperienze con la community del bodybuilding.

Ci rendiamo conto che questo sport è ancora poco compreso in Italia e che ci sono tanti pregiudizi da abbattere. Per questo avere uno spazio in cui parlarne in modo onesto e autentico è fondamentale. La nostra speranza è che sempre più persone possano avvicinarsi al mondo delle gare, o anche solo ad uno stile di vita più sano e attivo, senza paura di giudizi o pressioni esterne.

Fare giusta informazione è il primo passo per sdoganare il bodybuilding e metterlo alla portata di tutti. Ben vengano quindi iniziative come questa di garebodybuilding.it, in cui chi ha già vissuto certe esperienze cerca di indirizzare e ispirare chi vorrebbe cominciare. Il nostro consiglio è sempre: siate affamati, siate folli, ma soprattutto siate voi stessi. Questo sport vi cambierà la vita.

 

Il testo sopra riportato è un estratto sintetico della puntata pubblicata su Youtube che vi consigliamo di andar a vedere per approfondire ogni aspetto discusso con i nostri ospiti. Potete trovare la live anche in formato audio su Spotify!

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Oltre alle esperienze e alle storie condivise dagli atleti, vogliamo fornire ai nostri lettori alcuni consigli pratici  che possono fare la differenza nella preparazione e partecipazione alle gare di bodybuilding. Ecco cinque suggerimenti fondamentali per chiunque si stia avvicinando a questo mondo competitivo.

  1. Scegli il coach giusto e fidati del suo giudizio: Un bravo coach non solo ti guiderà nell’allenamento e nell’alimentazione, ma saprà anche valutare oggettivamente quando sei pronto per salire sul palco. Affidati alla sua esperienza per scegliere la gara giusta per te e per portare il fisico nella condizione ottimale. Se il coach ti dice di aspettare, ascoltalo. Meglio rimandare di una stagione che gareggiare impreparati.
  2. Studia a fondo la tua categoria e la federazione in cui gareggi: Ogni categoria ha canoni estetici ben precisi e ogni federazione ha un suo stile di giudizio. Quello che premia in una gara potrebbe penalizzarti in un’altra. Quindi informati il più possibile, guarda tante gare, chiedi feedback a chi ha già gareggiato. Cerca di capire dove il tuo fisico può collocarsi al meglio e allenati di conseguenza.
  3. Allena la mente tanto quanto il corpo: Il bodybuilding agonistico è uno sport mentale tanto quanto fisico. Devi costruire una mentalità granitica per resistere alla fatica degli allenamenti, alla fame della dieta, alla pressione del palco. Lavora sulla tua motivazione, concentrazione e autocontrollo. Circondati di persone positive che credono in te. E impara a trasformare le critiche in carburante per migliorare.
  4. Rispetta il tuo corpo e la tua salute: La ricerca della condizione fisica perfetta non deve mettere a rischio il tuo benessere. Evita il sovrallenamento e il sottoalimentazione eccessiva. Concediti periodi di riposo e ricarica tra una gara e l’altra. Non ricorrere a sostanze o metodi illeciti per accelerare i risultati. La cosa più importante è gareggiare in salute, pulito e in accordo con i tuoi valori.
  5. Vivi il bodybuilding come un percorso di crescita personale: Le gare sono solo una parte del cammino, non il traguardo finale. Anche la sconfitta può insegnarti tanto se la affronti con la mente giusta. Usa ogni esperienza sul palco per maturare a livello muscolare, mentale ed emotivo. Non focalizzarti troppo sul risultato, ma goditi il viaggio. Le competizioni passano, ma la passione e la dedizione che ci metti rimarranno per sempre parte di te.

Questi consigli, combinati con la dedizione e la passione, possono aiutare ogni atleta a migliorare la propria preparazione e a raggiungere i propri obiettivi nelle competizioni di bodybuilding. Continuate a seguirci su garebodybuilding.it per altre interviste, consigli e storie di successo nel mondo del bodybuilding.