Ascesa di un CAMPIONE del MONDO del bodybuilding
Intervistatore di garebodybuilding.it è Alessandro Steffan
Ospite dell’episodio: Giovanni Leonelli
GBB TALK LIVE 25
Giovanni Leonelli
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Alessandro Steffan: Ciao, Giovanni, raccontaci come è iniziato il tuo percorso sportivo e il passaggio al bodybuilding competitivo.
Giovanni Leonelli: Sono sempre stato un atleta agonista fin da piccolo. Ho iniziato con le arti marziali a 5-6 anni, praticando judo fino ai 16 anni e poi arti marziali miste fino ai 20. Il passaggio al bodybuilding è stato casuale. Per motivi di studio universitario mi sono trasferito e non ho più potuto frequentare la palestra di MMA. Per mantenermi in forma mi sono iscritto in sala pesi. Attraverso il mio primo allenatore, ho iniziato un percorso strutturato e dopo due anni ho preparato la mia prima gara, le selezioni NBFI e IFBB a Perugia, seguita dal mio primo campionato italiano due mesi dopo.
Dal 2017-2018 è nato il vero amore per l’agonismo in questo settore. Nel 2020 ho iniziato anche come preparatore, dopo la mia prima esperienza con un atleta. Da lì ho aperto al coaching su richieste esterne. A distanza di 4 anni dalla mia prima gara come preparatore, continuo a portare avanti anche la mia carriera personale come atleta. Non ho ancora intenzione di mollare questo aspetto, per quanto sia condizionante.
Alessandro Steffan: Hai citato diverse federazioni in cui hai gareggiato. Qual è stata l’esperienza più significativa che ha fatto scattare questa passione?
Giovanni Leonelli: La gara che più mi ha motivato è stata quella del 2019, dove ho vinto il mio primo campionato italiano. Mi ritrovai all’assoluto con quello che è tuttora il mio atleta di ispirazione, Stefano Travaglini. Trovarmi accanto a lui sul palco mi ha dato uno stimolo veramente importante. Da lì ho deciso di dedicarmi seriamente a questa disciplina. Essere a fianco di atleti d’élite è stata la sfida che mi ha fatto scattare qualcosa dentro.
Alessandro Steffan: Come ha influenzato il tuo background nelle arti marziali il tuo approccio al bodybuilding?
Giovanni Leonelli: Un aspetto positivo è sicuramente la gestione dello stress sotto preparazione. L’essere abituato a prepararmi per un combattimento porta l’atleta a uno stress psicologico molto importante. Paragonarlo poi alla gara di bodybuilding, al salire sul palco e posare, sono due emozioni differenti. Riuscire a gestire in maniera ottimale lo stress e centrarmi prima di una gara di bodybuilding è stato sicuramente facilitato dalla mia esperienza nelle arti marziali.
Questo mi ha dato tanto a livello di controllo di me stesso, riuscendo a rilassarmi prima di una gara. Molti atleti alle prime esperienze vanno in crisi prima di salire sul palco, non riuscendo a godersi la gara che dovrebbe essere un piacere, un regalo a se stessi, la chiusura di un cerchio dopo una lunga preparazione.
Un aspetto negativo invece è che nelle arti marziali entra in gioco la componente fortuna. Anche un atleta sfavorito ha la possibilità di giocarsela fino all’ultimo. Nel bodybuilding purtroppo le carte che ti puoi giocare sono poche. Devi dare tutto in preparazione e quando sei sul palco sei nelle mani dei giudici. Se un avversario è più forte di te non puoi farci niente, i giochi sono già fatti. La vera gara nel bodybuilding è la preparazione.
Alessandro Steffan: Qual è stata la gara più impegnativa che hai affrontato?
Giovanni Leonelli: Senza dubbio la gara di quest’anno. È stata quella che ho sentito di più a livello emotivo e come sfida personale. Ho deciso di investire ogni aspetto della mia vita per dare il massimo, senza scendere a compromessi. Mi sono esposto a qualsiasi cosa decidessimo insieme, io e il mio coach, per ottenere la condizione desiderata. È stata molto impegnativa ma in positivo, perché l’ho vissuta con molta voglia e determinazione.
Rispetto alle passate preparazioni, oltre alla posta in gioco più alta, anche la fatica provata è stata una delle più importanti degli ultimi anni. Mentre negli anni precedenti tutto era cucito in maniera sostenibile con il resto della mia quotidianità, quest’anno ho deciso di dare tutto.
Alessandro Steffan: Come hai vissuto l’esperienza del Mondiale?
Giovanni Leonelli: Il periodo di gloria e festeggiamenti è durato veramente poco, pochi minuti o ore. L’ho vista quasi come un punto di partenza, per quanto possa sembrare un punto di arrivo. Il primo pensiero finita la gara era già sul futuro, su come migliorare quello che avevo ottenuto per le future competizioni. Mi sono goduto veramente poco questa vittoria perché, per quanto sia stata bella, so di avere ancora margine e di poter migliorare.
In questo sport non dà tanta soddisfazione la vittoria in sé, ma il raggiungere certe condizioni a cui speravi di arrivare. Sapevo di aver dato tutto e ottenuto la miglior condizione di sempre, ma sapevo anche di avere ancora margine. Finché vedo quel margine, penso subito a come colmarlo. Sono già in palestra a pensare a come migliorare per le prossime gare, sfruttando questa motivazione per dare il meglio nell’allenamento.
Alessandro Steffan: Come è stata l’organizzazione del Mondiale rispetto alle gare nazionali?
Giovanni Leonelli: L’unico aspetto negativo è stato il luogo poco collegato, che ci ha creato difficoltà con i trasporti. Per il resto, la gestione degli orari, gli appuntamenti per il tanning, tutto è stato organizzato perfettamente. Lo show in sé era molto bello, con luci e pubblico di alto livello. Anche il backstage era gestito in maniera ottimale.
La politica dei piazzamenti e la bravura dei giudici nel valutare gli atleti è stata molto corretta a mio avviso. Non ho visto problematiche inerenti giudici e atleti, ero in linea con quasi tutti i piazzamenti. È stata un’esperienza che rifarei e che porterò sicuramente altri atleti del mio team a fare.
Alessandro Steffan: Hai notato differenze nell’approccio degli atleti rispetto alle gare italiane?
Giovanni Leonelli: Una cosa bella che ho notato in backstage è l’aspetto sociale. Gli atleti tendono a socializzare molto di più, a essere più vicini prima di salire sul palco, a confrontarsi e scambiare due parole. È una cosa che in Italia spesso manca, a parte tra chi già si conosce. C’è un clima più sereno e sportivo.
Questo aspetto secondo me è bellissimo per lo sport in sé. Fare un’esperienza di gara all’estero vale anche proprio per questo: conoscere e confrontarsi, scambiare due parole con atleti di altre nazioni e magari mantenere i contatti. È uno degli aspetti più importanti dell’andare all’estero a competere.
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Alessandro Steffan: Come ti prepari mentalmente per affrontare lo stress di una gara importante?
Giovanni Leonelli: L’esperienza gioca un ruolo fondamentale. Quanto più un atleta riesce ad avere esperienza, di gara in gara riesce a gestire in maniera più funzionale la competizione. Nel mio caso mi ha aiutato anche il passato sportivo. Si vede subito la differenza in chi ha già avuto esperienze agonistiche in altri sport.
Gli attimi più stressanti sono quelli che vanno dall’ora alle due ore prima della competizione. Bisogna trovare delle routine che ti aiutino a centrarti. Nel mio caso non c’è niente di particolare per la gara in sé, quanto per la preparazione. Come ho detto, in questo sport la gara la fai durante l’anno, ottimizzando ogni singolo allenamento.
Io uso quella che chiamo “meditazione attiva”, una fase di centratura in solitudine prima di iniziare l’allenamento. Mi prendo 5-10 minuti per staccare la testa da tutti i pensieri esterni e dirmi “ok, adesso ho due ore di allenamento e devo riuscire a prendermi il massimo senza distrazioni”. Non basta dirselo per 5 secondi, serve più tempo per centrarsi davvero.
Alessandro Steffan: C’è qualcosa che non rifaresti nel tuo percorso sportivo?
Giovanni Leonelli: Direi senza dubbio lo scendere a compromessi. Quello che direi al Giovanni del passato è che sarei sicuramente diverso ora se non avessi trovato compromessi negli anni precedenti. Se avessi sfruttato in maniera molto più ottimale l’allenamento sia in preparazione che in off-season, avrei sfruttato molto meglio i sette anni precedenti.
Però è anche vero che a certi livelli di consapevolezza e perfezione nel gestire ogni aspetto di una preparazione ci si arriva nel tempo. Non si può essere perfetti al primo anno, gli errori servono per imparare. Quello che mi sento di dire ad ogni atleta che sta ascoltando è: se ambite ad ottenere un risultato molto importante, non cercate compromessi. Cercate di superarvi, non ponetevi limiti prima di partire.
Non dite “ok, questo non sono disposto a farlo”. Non si può semplicemente. Ci sono delle ottimizzazioni che si possono fare, si deve creare un percorso sostenibile, ma se volete arrivare veramente sui gradini più alti non dovete cercare compromessi. Parlate con il vostro allenatore di come raggiungerlo, ma non partite mettendovi ostacoli. Siate disposti a provare, a osare e a rischiare, perché senza rischio raramente si ottiene qualcosa di grande.
Alessandro Steffan: Cosa ti ha insegnato il bodybuilding?
Giovanni Leonelli: Lo devo ringraziare perché sento veramente che questa disciplina mi ha dato tanto. Sono cambiato come persona, come approccio alla vita in vari contesti, non solo nello sport ma nella quotidianità, nella motivazione nel lavoro, nella gestione dei problemi, nel darmi qualsiasi obiettivo di vita personale e raggiungerlo.
Mi ha insegnato a gestire ogni aspetto del quotidiano. La persona che sono ora è differente da quella di sette anni fa. Anche se venivo già da un passato sportivo che trasmette valori e insegnamenti, il bodybuilding l’ho affrontato in un periodo dove ero più maturo, quindi sono riuscito ad elaborare e prendere certi insegnamenti in modo diverso.
Mi ha dato la motivazione che ho in ogni ambito, il dirmi che qualsiasi risultato o obiettivo voglio perseguire, con l’impegno posso raggiungerlo. Mi ha insegnato a non darmi dei limiti, a capire che qualsiasi cosa voglia fare o raggiungere basta solo programmare come arrivarci. Non esiste un “no” a prescindere, esiste solo il “come posso arrivare a ottenere quella cosa”. Questa è una cosa che sicuramente nella vita torna utile.
Alessandro Steffan: C’è un atleta che ti ha particolarmente ispirato?
Giovanni Leonelli: Come ho già detto, e come lo è sicuramente per tantissimi in Italia, per me è stato Stefano Travaglini. È uno degli esempi più chiari di come, se lavori duro e fai qualcosa in più che gli altri non sono disposti a fare, riesci a ottenere risultati incredibili.
È stato uno dei primi esempi per me di come si possa ottenere qualcosa di straordinario lavorando duramente su se stessi. È stato il mio mentore, ovviamente non lo conoscevo di persona ma lo seguivo sui social e nei video. L’ho sempre ascoltato con ammirazione cercando di prendere spunto, non solo per gli aspetti tecnici legati alla programmazione, ma soprattutto per l’approccio all’allenamento e al bodybuilding in generale.
Negli ultimi 3-4 anni ho cominciato anche a guardare all’estero, seguendo atleti d’élite inglesi, spagnoli, tedeschi. Grazie ai social si può veramente studiare chiunque. Ma come legame personale, la prima persona che mi ha più stimolato, anche dalla gara che abbiamo condiviso insieme sul palco, è stata Stefano, proprio per i valori che trasmetteva oltre agli aspetti tecnici.
Alessandro Steffan: C’è una canzone o un brano che ti accompagna durante gli allenamenti o le gare?
Giovanni Leonelli: La canzone che ho scelto per la routine di quest’anno è “My Immortal” degli Evanescence, sia per il significato della canzone che per la musica e la melodia. È una canzone che sia in contesto di allenamento che al di fuori dalla sala pesi mi ha sempre aiutato a centrarmi.
Mi dava sia la concentrazione e la grinta per dare qualcosa in più in palestra, sia una sorta di sensazione di relax. Non vorrei chiamarla relax perché ovviamente il momento in cui la ascoltavo era sempre in contesti di allenamento, però mi faceva entrare in una fase di centratura che ti distacca dall’esterno della sala pesi ma ti motiva per l’allenamento. Quindi sì, direi senza ombra di dubbio “My Immortal”.
Alessandro Steffan: Grazie mille Giovanni per aver condiviso la tua esperienza con noi. Sono contento di averti avuto come ospite, ti conosco da molti anni, ti ho seguito e fotografato in gara. So che sei un atleta con la A maiuscola e spero che questa chiacchierata sia utile per tutti gli appassionati che la ascolteranno.
Giovanni Leonelli: Grazie a voi per l’opportunità. È stato un piacere condividere la mia esperienza.
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Questi consigli, combinati con la dedizione e la passione, possono aiutare ogni atleta a migliorare la propria preparazione e a raggiungere i propri obiettivi nelle competizioni di bodybuilding. Continuate a seguirci su garebodybuilding.it per altre interviste, consigli e storie di successo nel mondo del bodybuilding.