Ostacoli di un’atleta di bodybuilding, dai dubbi ai successi
Intervistatore di garebodybuilding.it è Matteo Picchi
Ospite dell’episodio: Valentina Tauro Massimo Renna
GBB TALK LIVE 19
Valentina Tauro
Intervistatore per garebodybuilding.it:
Matteo Picchi
Ospite di GBB Talk:
Valentina Tauro
Massimo Renna
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Matteo Picchi: Buonasera Valentina e Massimo, benvenuti a questa intervista. Valentina, iniziamo da te. Raccontaci come ti sei avvicinata al mondo della palestra e successivamente a quello delle gare.
Valentina Tauro: Mi sono avvicinata alla palestra nella maniera più classica possibile. Ho sempre avuto una passione per lo sport, ma quando ho iniziato a lavorare ho dovuto fare i conti con la mancanza di tempo. La palestra mi è sembrata la soluzione più accessibile per mantenermi in forma, anche se inizialmente non sapevo molto su come allenarmi nel modo corretto. Poi ho cominciato a lavorare in palestra come commerciale e lì ho conosciuto Massimo, che già stava studiando e muovendo i primi passi in questo mondo. Tra noi c’è stata subito una grande intesa e sono diventata un po’ la sua cavia. Massimo mi spiegava con grande dedizione tutto ciò che stava imparando e io mi fidavo ciecamente di lui. Piano piano ho iniziato a vedere dei miglioramenti sia nella performance del mio sport principale che dal punto di vista estetico. Insieme siamo riusciti a costruire qualcosa di davvero speciale.
Massimo Renna: Ricordo perfettamente quel periodo. Valentina rispondeva all’allenamento in modo completamente diverso rispetto alla maggior parte delle ragazze che si avvicinano per la prima volta a questo mondo. Aveva un potenziale fuori dal comune. Mi ricordo che pensai che se non avesse intrapreso questo percorso, sarebbe stato un vero peccato.
Matteo Picchi: Quindi possiamo dire che c’è stato un intreccio di circostanze favorevoli: da una parte la passione crescente di Valentina e dall’altra il riconoscimento del suo potenziale da parte di Massimo. A proposito di passione, Valentina, cosa rappresenta per te l’allenamento, specialmente durante i periodi di preparazione alle gare?
Valentina Tauro: Quando inizia la fase di preparazione, l’allenamento per me diventa una sorta di lavoro. Non fraintendetemi, la passione è sempre al primo posto, ma in quei momenti so che non posso permettermi distrazioni o errori. Devo dare il massimo, accettando anche la possibilità di fallire. Ovviamente il divertimento che si prova in off-season è diverso, perché durante la prep si cerca di essere più dettagliati e attenti a evitare infortuni. La mia fortuna più grande è poter contare sul supporto costante di Massimo. Avere la possibilità di comunicare con lui, di adattare il piano alle diverse situazioni che si presentano, per me è fondamentale. Quando sono a pezzi fisicamente o mentalmente, so che posso dirglielo apertamente e insieme troviamo una soluzione, che sia modificare il programma di allenamento o trovare le giuste motivazioni per andare avanti. Io amo allenarmi, spingermi oltre i miei limiti e mettermi alla prova, ma durante la preparazione so che ogni singolo allenamento è un passo che mi avvicina al palco e questo mi dà una carica incredibile.
Matteo Picchi: Capisco perfettamente. Restando in tema di gare, ti va di raccontarci del tuo esordio nel 2021 nella categoria Bikini?
Valentina Tauro: È stata un’esperienza indimenticabile, nel bene e nel male. Abbiamo commesso un errore madornale nella scelta della categoria. Ci siamo fidati dei consigli di chi mi aveva visto e avevamo optato per la Bikini. Ma più andavo avanti con la preparazione e più emergevano dettagli e una muscolatura che erano troppo evidenti per quella categoria. Sul palco, i giudici continuavano a dirmi di spostarmi sempre più indietro, finché non mi sono ritrovata letteralmente in fondo. Sono riuscita a non arrivare ultima solo perché c’erano due ragazze che erano ancora più fuori categoria di me. A fine gara, i giudici mi hanno detto senza mezzi termini che se quel giorno avessi gareggiato in Figure, avrei stravinto.
Matteo Picchi: Immagino che quell’esperienza vi abbia spinto a cambiare strategia per l’anno successivo.
Valentina Tauro: Assolutamente sì. Ho rimesso su un po’ di peso, cosa che mi ha reso molto felice, e mi sono preparata ad affrontare una prima stagione agonistica in Figure davvero impegnativa, con gare da maggio a ottobre. Ho partecipato a diverse competizioni, sia NBFI che NBB, tra cui il prestigioso Rimini Wellness. È stata un’esperienza fantastica, anche se alla fine sono stata battuta da atlete incredibili come Serena. Nonostante questo, sono riuscita a qualificarmi per i Mondiali NBFI, un risultato che mi ha riempito d’orgoglio.
Matteo Picchi: A proposito della categoria Figure, quali sono le caratteristiche principali che la distinguono? E hai notato delle differenze tra le varie federazioni?
Valentina Tauro: In NBFI il percorso degli atleti è molto più definito e strutturato rispetto ad altre federazioni. Ci sono le qualificazioni, i campionati italiani, le opportunità di gareggiare all’estero, ma soprattutto la conquista del titolo pro è una sfida vera, che richiede impegno e dedizione. In INBB, invece, trovo che la categoria Figure sia gestita in modo un po’ ambiguo. Se un’atleta riesce a diventare pro, si ritrova catapultata in Women’s Physique, che è una categoria completamente diversa. È come se dovessi interrompere il percorso fatto fino a quel momento per ricominciare da zero e ricreare una fisicità nuova. Preferisco quasi che la categoria Figure non esista proprio, piuttosto che vederla scomparire nel momento in cui si raggiunge il livello pro.
Massimo Renna: Dal mio punto di vista, la Figure dovrebbe incarnare l’equilibrio tra la parte inferiore e quella superiore del corpo, con spalle imponenti, glutei sodi e tirati, e un livello di definizione importante ma che non vada a intaccare l’armonia e la femminilità dell’atleta. È una categoria che rappresenta al meglio l’essenza del bodybuilding, così come tutte le altre. Anche la Bikini, che magari viene vista come una categoria più “soft”, in realtà si è evoluta tantissimo negli anni e nasconde insidie che non sono da sottovalutare.
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Matteo Picchi: Parlando di preparazione, quanto può essere impegnativo per una donna raggiungere certi livelli di definizione e muscolatura?
Valentina Tauro: È un percorso che mette a dura prova sia il fisico che la mente. Bisogna imparare a gestire la pressione di una dieta restrittiva, che col passare delle settimane tagliafuori alimenti che fanno parte della nostra quotidianità. Alcune ragazze arrivano a intraprendere questo percorso partendo già da problematiche pregresse, e la preparazione può far emergere criticità importanti. Io cerco sempre di migliorare ad ogni prep, di non farmi sopraffare dall’ossessione del cibo, di controllare le mie pulsioni e di razionalizzare il fatto che non morirò se per un po’ dovrò fare a meno della mia amata lasagna. L’importante è monitorare i parametri, avere un ciclo regolare e guardare sempre avanti.
Matteo Picchi: Quindi la componente mentale riveste un ruolo fondamentale in tutto questo.
Valentina Tauro: Non potrei essere più d’accordo. Il bodybuilding ti insegna a gestire i momenti di difficoltà, a stringere i denti e ad andare avanti anche quando tutto sembra remare contro. È una lezione di vita incredibile. Io mi sento di sponsorizzarlo a pieni voti perché mi ha fatto crescere tantissimo come persona. Mi ha insegnato ad accettare le sconfitte e a gioire dei progressi, mi ha permesso di raggiungere una conoscenza di me stessa che non avrei mai creduto possibile. Certo, deve essere affrontato con la giusta consapevolezza e nel pieno rispetto della salute, ma se fatto bene il bodybuilding può davvero diventare uno stile di vita che va ben oltre il momento della gara.
Matteo Picchi: A proposito di gare importanti, so che nel 2023 hai partecipato al Natural Olympia. Ci racconti com’è andata?
Valentina Tauro: È stata un’annata incredibile sotto tanti punti di vista. Ho deciso di rifare il campionato italiano NBFI, nonostante l’anno prima avessi già vinto la pro card, perché sentivo di non essere ancora pronta per quel palco. Questa scelta mi ha attirato non poche critiche, ma sapevo che era la cosa giusta per me. Dopo la vittoria, io e Massimo abbiamo deciso di fare un salto nel vuoto e provare a competere al Natural Olympia, consapevoli di andare a confrontarci su uno dei palchi più prestigiosi e impegnativi al mondo. Siamo partiti carichi e determinati, nonostante le tante voci contrarie. Al Natural Olympia mi sono ritrovata a gareggiare contro atlete di un livello stratosferico. La definizione e la qualità muscolare, soprattutto delle gambe, erano qualcosa che in Europa non ero abituata a vedere. La mia fortuna, se così possiamo chiamarla, è stata che i giudici hanno preso come riferimento la ragazza che poi ha vinto, che aveva gambe davvero impressionanti. Alla fine ho ottenuto un quinto posto che, considerando che era la mia prima volta lì, è stato un risultato più che dignitoso. Di sicuro quell’esperienza mi ha fatto capire che il livello e il modo di giudicare negli Stati Uniti sono completamente diversi rispetto a ciò a cui siamo abituati qui.
Matteo Picchi: Cosa ti ha lasciato quell’esperienza a livello umano e sportivo?
Valentina Tauro: Mi ha dato tantissimo sotto tanti punti di vista. Io e Massimo abbiamo avuto la possibilità di vivere l’allenamento in un contesto completamente diverso, di respirare un’aria nuova e di confrontarci con una cultura che per molti aspetti è agli antipodi rispetto alla nostra. Il Natural Olympia rimarrà sempre uno dei miei obiettivi più importanti, anche se so che raggiungerlo richiede un impegno fuori dal comune. Magari quell’anno è andata così, ma non sono assolutamente delusa del risultato, anzi. Sento di essere tornata a casa con un bagaglio di esperienze e di consapevolezze che mi torneranno utilissime in futuro. L’unica nota stonata è stata l’organizzazione dello show vero e proprio che, soprattutto se paragonata all’incredibile cura dei dettagli che c’è stata prima dell’inizio della gara, mi è sembrata un po’ deludente. Mi auguro che in futuro ci sia maggiore attenzione e rispetto per tutti quegli atleti che investono così tanto per poter calcare quel palco.
Matteo Picchi: Per concludere, cosa consiglieresti a un’atleta alle prime armi che decide di intraprendere un percorso agonistico?
Valentina Tauro: Il consiglio che mi sento di dare è quello di affrontare la preparazione con la massima serietà e dedizione, senza però perdere mai di vista tutto ciò che c’è intorno. Non bisogna commettere l’errore di vivere esclusivamente in funzione della gara, perché il bodybuilding non si esaurisce con il momento della competizione. Quando le luci del palco si spengono e non c’è più un obiettivo agonistico da raggiungere, si rischia di precipitare in un burrone senza fondo. Il bodybuilding, invece, dovrebbe diventare una parte integrante della propria vita, qualcosa che ci appartiene e che continuiamo a portare avanti con passione e dedizione anche quando non ci sono gare all’orizzonte. Solo così può davvero arricchirci come persone e farci crescere giorno dopo giorno.
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Oltre alle esperienze e alle storie condivise dagli atleti, vogliamo fornire ai nostri lettori alcuni consigli pratici che possono fare la differenza nella preparazione e partecipazione alle gare di bodybuilding. Ecco cinque suggerimenti fondamentali per chiunque si stia avvicinando a questo mondo competitivo.
Questi consigli, combinati con la dedizione e la passione, possono aiutare ogni atleta a migliorare la propria preparazione e a raggiungere i propri obiettivi nelle competizioni di bodybuilding. Continuate a seguirci su garebodybuilding.it per altre interviste, consigli e storie di successo nel mondo del bodybuilding.